"La Sagra dello stringozzo è un appuntamento imperdibile dalle mie parti. A Buti ci sono arrivato quando avevo due anni, partendo con la mia famiglia dall’Albania". È l'incipit della lettera scritta da Kristjan Asllani per Cronache di Spogliatoio, dove il centrocampista albanese racconta le suo origini e le sue radici fino ad arrivare allo sbarco all'Inter.

"Due anni fa, prima del Covid, per l’ennesima volta c’ero anche io. Amo le sagre e fare il cameriere. Corri sudato schivando le sedie e le zanzare per portare il cibo ai compaesani, ai turisti e alle persone che accorrono dalle zone vicine - prosegue il classe 2002 nel suo scritto -. Due anni dopo, beh, ho dovuto saltare la sagra perché ho coronato il sogno di diventare un giocatore dell’Inter. Che emozione aver ricevuto quel messaggio da Javier Zanetti: «Benvenuto all’Inter, Kristjan». Sono mezzo svenuto. Mentre i miei migliori amici servivano ai tavoli, io mi sono ritrovato nella stessa stanza di Romelu Lukaku per fare la prova sotto sforzo durante le visite mediche. Avevo la maglia dell’Inter perché l’Inter mi aveva appena comprato. Ci ho capito poco di quei giorni, sono sincero: un po’ perché i riflettori non fanno per me, e forse Parco Danielli e Piazza Garibaldi sono gli unici luoghi in cui mi sento a casa; un po’ perché nel 2010 avevo 8 anni e in punta di piedi al bar, in mezzo agli anziani più alti di me, cercavo di vedere un pezzetto di schermo con la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Quella notte ho capito che amavo questa squadra. Si sentivano le sedie fremere sulle mattonelle quando Milito ha puntato Van Buyten, poi non ci abbiamo capito più niente. Mi ricordo che è volato per terra qualche bicchiere, e io saltavo e saltavo".

Nella lunga lettera, Asllani non nasconde la sua fede interista: "Non era un segreto, lo sapevano tutti. Tifavo Inter" sottolinea in un passaggio, ammettendo poi che "anche se ho realizzato il sogno della mia vita, indossare la maglia dell’Inter, le sagre del mio paese mi mancano tanto".

"Nel giro di un anno ho vinto il campionato Primavera, eliminando l’Inter in semifinale con un gol su punizione; ho segnato il primo gol in Serie A contro l’Inter a San Siro. E alla fine sono diventato nerazzurro, anche se lo sono sempre stato. Dormivo con il pallone sotto al braccio, proteggendolo con la coperta come si fa da bambini per schermarsi dai mostri della notte. Sognavo i tifosi che urlano il mio nome al momento della firma. Pochi giorni fa ho scoperto che non era un sogno" continua l'abanese, ricordando poi che "mio padre mi ha portato per la prima volta a Milano a vedere un derby tanti anni fa, vincemmo 2-1. Ci è tornato quando ho segnato proprio lì il mio primo gol in A, qualche mese fa. Doveva essere destino, lo aspetto al mio esordio: vediamo che combino".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 15 luglio 2022 alle 13:27
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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