Era arrivato nel 2008 come una star, ma le attese non furono mai rispettate. Oggi, Ricardo Quaresma, tornato al Porto, ne parla con la Gazzetta dello Sport.

Al Porto da inizio gennaio ha segnato 7 gol in 13 partite. Un rilancio di carriera? 
"Sono tornato a sentirmi felice. Giocavo senza gioia, non avevo voglia di allenarmi e questa è la cosa peggiore per un calciatore. Il Porto mi ha ridato la gioia. È un club che amo, qui mi sento rispettato". 

Ha fatto bene in Portogallo con Sporting e Porto, e al Besiktas, ma nei grandi club europei come Barcellona, Inter e Chelsea non è riuscito ad affermarsi. Perché? 
"Devo sentirmi importante per esprimere il mio miglior calcio. Al Barcellona ero molto giovane, appena 19 anni. All’Inter ero già maturo e sapevo ciò che volevo, ma non è stato facile. Non mi è piaciuto nulla del club e dell’esperienza in Italia". 

Per gli italiani è stato un flop, questo la infastidisce? 
"L’Inter è un club difficile, non è gestito in modo organizzato come il Porto. Alcune persone del club sono state scorrette con me. Non dico i compagni che sono stati gentili, ma ognuno pensava solo a se stesso. Nessuno mi ha dato supporto, ma niente nomi...". 

Forse ha pagato la pressione dei 25 milioni spesi dall’Inter? 
"Assolutamente no. Uno che è abituato a giocare al Porto, con la pressione che c’e’ in questo club e con questi tifosi, è pronto ad affrontare qualsiasi altra pressione. Sono state questioni interne al club. Ma ormai fa parte del passato". 

Mourinho la accusò di mancanza di impegno. 
"Ho fatto il mio lavoro, ma se Mou mi ha voluto e hanno speso tanti soldi per me, doveva darmi più sostengo e opportunità per brillare. Sono stato trattato male, e non ho avuto le giuste opportunità. Ho vissuto situazioni brutte all’Inter, ma non ne voglio parlare più". 

Anche Balotelli all’Inter ha avuto problemi con Mou. 
"È diverso. Balotelli è Balotelli. È un bravo ragazzo, non è vero ciò che dicono di lui. Lui è sempre sotto pressione, parlano sempre troppo di lui. Fa i suoi errori ma sta molto meglio ora. Mario è uno dei migliori giocatori del mondo". 

La gara contro il Napoli può essere vista come un’opportunità per vendicarsi? 
"Ho 30 anni e non ho più niente da dimostrare. Tutti ormai sanno chi sono e quali sono le mie qualità. L’unica cosa che devo fare è lavorare sempre al massimo e dare tutto per il mio club. Non ho niente da dimostrare al Napoli o agli italiani". 

Ultima. Tornerebbe a giocare in Italia in futuro? 
"Solo se il Porto mi manda via…(sorride). Ma non credo. Dell’Italia e degli italiani non mi manca nulla e non penso di andarmene dal Porto. Ho ancora molte cose da dare al calcio e a questo club". 

Sezione: Focus / Data: Gio 13 marzo 2014 alle 08:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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