Luca Caldirola è stato ospite di Nicolò Schira per una diretta Instagram in cui si è parlato molto del passato nerazzurro dell'attuale difensore del Benevento.  “Il tedesco lo parlo bene, loro ci tengono molto alla lingua - dice Caldirola, passato attraverso una lunga esperienza in Bundesliga -. I primi tempi parlavo inglese e loro mi rispondevano in tedesco. Ci ho messo 6-7 mesi per impararlo bene. Mi ha aiutato molto a inserirmi Marko Arnautovic con cui avevo giocato insieme all’Inter".

Il racconto, però, parte dagli inizi. “Mio padre faceva il preparatore dei portieri a Seveso alla Base 96 e mi portò con sè: avevo 4 anni e ho iniziato a giocare subito. Sono partito come portiere come lui e mio fratello, solo che io in porta mi annoiavo e mi sono messo a fare l’attaccante. Negli anni all’Inter sono arretrato da centrocampista centrale e poi in difesa. Avevo 8 anni e volevo andare via per giocare nel Meda, dove sarei stato attaccante. Meno male che sono rimasto lì sennò chissà che fine avrei fatto oggi... Ho fatto tutta la trafila dai Pulcini alla Prima Squadra, vincendo tutto. Scudetto Giovanissimi e Allievi e Torneo di Viareggio con la fascia da capitano al braccio. Era emozionante vestire la fascia: ce l’avevo di indole e sognavo di essere come Zanetti. La fascia che usava lui ce l’ho ancora a casa in un quadro. Mi allenavo con la Prima Squadra l’anno del Triplete. Ovunque mi girassi c’erano campioni straordinari. Già l’anno prima c’erano Ibra e Adriano: in quella stagione ho avuto un grande feeeling con tutti loro. Era dura per un giovane ritagliarsi spazio in quell’Inter. Alla fine tutti noi giovani di quell’epoca siamo stati sacrificati per fare cassa e plusvalenze. L’esordio a San Siro in Champions League contro il CSKA? Fu bellissimo. Entrai al posto di Chivu che era uno di quelli con cui avevo legato di più. È stato un momento che non dimenticherò mai. Il derby? Sono sempre stato milanista e nei derby facevo sempre gol. Quando vedevo il Milan andavo il doppio: avrò segnato in 10-15 derby nelle giovanili. Poi i tanti anni di Inter mi hanno legato ai colori nerazzurri, ma da bambino ero milanista sfegatato”.

Di Materazzi dice: “È quello da cui ho imparato di più. Ci sentiamo ancora adesso via messaggio. Ricordo ancora prima della gara decisiva per la salvezza con il Darmstadt a Berlino contro l’Hertha mi mandò un messaggio, dicendomi ‘sei nel mio stadio, non puoi sbagliare’. È stato profetico. Mi ha portato bene”.

Una curiosità riguarda il più forte con cui ha giocato. “Mi prenderanno per pazzo, ma in allenamento c’era Quaresma. Non lo prendeva nessuno, lo volle Mourinho e faceva cose straordinarie. In partita poi non riusciva a replicare quanto faceva in allenamento. San Siro poi appena sbagli inizia a mugugnare: non è facile. Mi sarei aspettato di più, perché era incredibile. Mi ha impressionato più di campioni fantastici come Ibra, Milito ed Eto’o”.

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Sezione: Focus / Data: Ven 17 aprile 2020 alle 13:25
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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