Ospite sul canale Twitch di 'Cronache di Spogliatoio', Goran Pandev ha ricordato il prima e il dopo la finalissima di Champions League del 2010 a Madrid, dove l'Inter si laureò campione d'Europa completando il leggendario Triplete. "Dopo la partita eravamo quasi tutti ubriachi. Siamo tornati di mattina, alle 6, in un San Siro pieno, una roba incredibile. Abbiamo bevuto birre pure in aereo - il racconto del macedone -. Era nato mio figlio da un mese, sono andato a casa per salutarlo. Poi sono stato con amici a bere vino e champagne, la festa è continuata".

Nei minuti antecedenti la gara col Bayern, oltre a José Mourinho, un giocatore prese la parola negli spogliatoi: "Eto'o aveva grande leadership, ci disse: '‘le finali non si giocano, si vincono. Ci si ricorda solo dei vincitori''".

Il camerunese era la stella di quella squadra che seppe sacrificarsi, ma l'elemento chiave fu certamente Wesley Sneijder: "E' il giocatore con più visione di gioco con cui ho giocato, mi ha fatto fare 2-3 gol a porta vuota. Nel 2010 meritava il Pallone d'oro, era arrivato anche in finale al Mondiale". 

Infine il discorso si sposta inevitabilmente su José Mourinho: "Non mi aspettavo la sua chiamata nel gennaio 2010, è stata fondamentale per decidere di andare all'Inter perché c'erano altre 2-3 squadre che mi volevano dopo che mi sono liberato dalla Lazio. Mi sentivo in debito con la squadra che mi ha portato in Italia e fatto crescere, ho pensato fosse il momento giusto di tornare per dimostrare il mio valore. Non giocavo da sei mesi e avevo paura di fare ancora panchina, ma Mou è stato onesto e mi ha detto che c'era bisogno di tutti, che avrebbe giocato chi se lo meritava". 

Sezione: Copertina / Data: Mar 06 dicembre 2022 alle 14:27
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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