Chiedimi se sono felice. Quattro parole che, nel suo silenzio assenso in una vicenda che ha del grottesco, potrebbe aver pronunciato Mauro Icardi nel periodo più tribolato della sua vita di calciatore, magari proprio ieri nell'inaspettato incontro con Beppe Marotta "volto alla ricerca di una soluzione nell’interesse di tutte le parti coinvolte". Un apostrofo rosa tra le parole Franco e Forte che più che un bacio ha le fattezze di un armistizio dopo il cuoricino pubblicato dal nove argentino sotto un post a tinte bianconere scritto su Instagram dall'ex compagno Joao Cancelo.

In pratica, nelle ore in cui Luciano Spalletti è impegnato a preparare la sfida di Europa League in due atti contro l'Eintracht, l'ex capitano ha flirtato in maniera ambigua con la Vecchia Signora, il club che – Fabio Paratici dixit – per "scatenare un casino incredibile" non si farebbe scrupoli a corteggiarlo anche la prossima estate. E poco cambia se il caos, Maurito, lo aveva già creato nell'ultimo mese senza stringere alleanze particolari fuori dalle mura di Appiano Gentile: grazie alla sponda della moglie e agente, Wanda Nara, presenza ingombrante che si è insinuata nello spogliatoio nerazzurro come ghostwriter scrivendo missive per rinfacciare l'amore alla Beneamata, l'ex capitano ha già tradito i colori con comportamenti non proprio professionali, comunque non giustificabili per un presunto torto che, a suo dire, ha scalfito il suo status di leader di facciata.

Un atteggiamento incosciente, crudele se rapportato al momento non facile vissuto dai compagni, da oggi orfani anche di Radja Nainggolan, guida in campo con la quale la squadra aveva trovato una quadra tattica e morale. La 'distrazione' subita dal belga non è di mercato, come già accaduto all'altro ex cattivo della storia Ivan Perisic, ma al gemello mediale della gamba sinistra, infortunio che lo terrà lontano dai campi in coincidenza con il momento cruciale della stagione. Niente doppio confronto in Europa League per il Ninja, che forse darà forfait pure nel derby della Madonnina che assomiglia da vicino a uno spareggio per il terzo posto in ottica Champions. Una maledizione per l'ex Roma, che all'andata dovette alzare bandiera bianca proprio nella sua prima stracittadina milanese appena dopo una ventina di minuti, uscendo malconcio da un contrasto ruvido con Lucas Biglia. Un cerchio che si chiude dolorosamente sopra la testa dell'acquisto principe del mercato, un innesto fortemente voluto da Lucio e che è costato non pochi sacrifici a Suning. Un investimento per 'vincere' nell'immediato, dirà in seguito Piero Ausilio, che a posteriori non sta pagando i suoi dividendi. Esattamente, almeno sul piano tecnico, come la scelta di degradare Mauro Icardi a soldato semplice. Avvenuta nella logica di una linea societaria inflessibile, dettata dal codice Marotta, che a lungo andare creerà certamente un danno nel rush finale verso la riconquista dell'Europa che conta.

Entrambi i casi possono confluire nella teoria del piano inclinato, che nel film realizzato dal magnifico trio comico 'Aldo, Giovanni e Giacomo', da cui prende ispirazione questo editoriale, viene spiegata così: "Se mettete una pallina su un piano inclinato, la pallina comincia a scendere, e per quanto impercettibile sia l'inclinazione, inizia a correre e correre sempre più veloce. Fermarla, è impossibile. Ma per fortuna gli uomini non sono palline: basta un gesto, un'occhiata, una frase qualsiasi a fermare il corso delle cose".

Ecco, ora come ora, a vederla in maniera superficiale, sembra che a scrivere il destino dell'Inter sia un manovratore sadico che a un certo punto ha cominciato a far precipitare gli eventi della vita dei protagonisti senza che questi potessero porvi rimedio. Non è così: qua non siamo a teatro, non serve un po' di fantasia per credere alla finzione che viene messa in scena. Qui è tutto tremendamente reale: chi ha preso le decisioni negli ultimi mesi, che sia Marotta, Ausilio o Steven Zhang, non ha mai pensato alle conseguenze che avrebbero potuto comportare. Nessun 'piano B' per rinfoltire il centrocampo con un alter ego di Nainggolan, neanche uno straccio di compromesso – almeno fino al summit cordiale di ieri - per risolvere il caso Icardi per evitare il protrarsi un braccio di ferro estenuante per l'ambiente. Due buchi di sceneggiatura che potrebbero scrivere un epilogo infelice a maggio per l'Inter, a meno che il deus ex machina di turno – con il solito colpo di scena - non riesca a fermare la corsa di quella pallina a cui qualcuno ha deciso di dare un calcio. "La vita va forte e noi dobbiamo affrontarla in questo modo", ha spiegato a poche ore dalla sfida di Europa League Luciano Spalletti, che a stretto giro di posta ha rincarato la dose in riferimento all'affaire Icardi: "La partita mi riempie i pensieri, non c'è stata pausa: non c'è spazio per pensare a qualcosa d'altro". 

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Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 marzo 2019 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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