Tutto già finito? La domanda è quella che si stanno facendo un po' tutti guardando l'Inter: l'avventura di Simone Inzaghi è davvero arrivata al capolinea? La riflessione va fatta, ma non in modo superficiale.

I problemi di questa squadra arrivano da lontano e non direttamente dal campo. Prima responsabile è la proprietà, inutile anche starlo a specificare. A prescindere da qualsiasi tipo di narrazione e salvaguardando la legittimità di alcune strategie, appare evidente come si sia depauperato in un anno e mezzo la ricchezza di un organico al quale bastavano pochi ritocchi non solo per comandare in Italia, ma dire la propria - seriamente - anche in Europa. E invece la gestione del club da parte di Suning è stata balbettante, stiracchiata, poco convincente. Un anno ti va bene, due ancora ancora, ma alla fine i nodi vengono al pettine. Ed eccoli i nodi.

Ma senza andare troppo per le lunghe ed evitando di addentrarci in discorsi lontani dal campo, restiamo all'attualità. Oggi la patata bollente è nelle mani di Inzaghi e della squadra, si dividono equamente con la dirigenza le responsabilità per l'andazzo che ha preso la stagione. Troppe sconfitte e, soprattutto, mai davvero la sensazione di poter tornare l'Inter ammirata l'anno passato. Una squadra oziosa, annotiata, svogliata, solo raramente brillante e arrembante. Enormi errori tecnici e di concentrazione. E corre 'male'. La sensazione di aver perso cattiveria e consapevolezza. Soprattutto, non c'è serenità: è un'Inter impaurita, timida e balbettante. Logica conseguenza i risultati deludenti e, quando il livello sale, ai limiti del catastrofico.

Insomma, tanti piccoli tasselli negativi che hanno dato vita a un mosaico per nulla adeguato al valore della rosa e agli obiettivi societari. Inzaghi chiaramente non può essere il capro espiatorio e sarebbe cosa buona e giusta responsabilizzare per bene i calciatori, da Handanovic a Lukaku. Tutti, nessuno escluso, stanno deludendo. Ma è chiaro che sta proprio all'allenatore trovare la soluzione ai problemi, anche perché poi - come accade sempre nel calcio - sarebbe lui il primo a pagare. Tutto già finito? Serve una sterzata. Ora o mai più.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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