Il gol salendo nel cielo di Frosinone di Maurito Icardi, ha regalato all'Inter tre punti molto importanti in vista del rush finale del campionato. Il Bologna pieno di cerotti è riuscito a fermare la Roma e quindi ora sono sei i punti da recuperare ai giallorossi a sei giornate dal termine. Ancora tanti, troppi, come troppi quelli gettati al vento dalla banda Mancini. Il terzo posto rimane probabilmente un'utopia, ma intanto la vittoria nerazzurra al “Matusa” e quanto successo nel monday-night dell'Olimpico, rendono la sfida di sabato al Meazza con il Napoli quanto mai elettrizzante. Un successo sui partenopei proietterebbe la Beneamata per una notte a tre punti dalla Roma che domenica all'ora di pranzo sarà impegnata sul difficile campo dell'Atalanta. Crederci comunque, dunque, a partire dai tifosi che sabato dovranno riempire lo stadio amico di entusiamo e sostegno.

L'Inter non ha giocato bene a Frosinone, è vero. Ma ha vinto. Altri club blasonati hanno giocato male, ma non hanno vinto. Roberto Mancini l'ha fatto notare e secondo me ha fatto bene. Non sono quello che, accecato dal tifo, voglia negare l'evidenza e non sottolineare la pochezza della manovra sabato scorso andrebbe a cozzare con la professione di giornalista. Ma alzare la voce quando sotto la lente di ingradimento degli esteti di professione ci va solo l'Inter, mi pare cosa buona e giusta. Intanto applausi per Mauro Icardi. A 23 anni ha realizzato 50 gol in 100 gare disputate con la maglia dell'Inter. Numeri impressionanti per un giocatore che continua a esternare il suo attaccamento al club e che ha davanti a se ancora ampi margini di miglioramento. Icardi potrebbe a breve entrare nell'eletta schiera dei migliori centravanti della storia nerazzurra, nonostante non siano pochi i tifosi interisti ancora scettici o addirittura convinti che Maurito non sia un grande attaccante. I grandi club europei, purtroppo più ricchi del nostro, lanceranno l'assalto e la permanenza a Milano di Maurito è a rischio, è inutile nasconderlo anche se il ds Piero Ausilio ha assicurato che, intorno a Icardi, sarà costruita l'Inter del futuro.

Le buone intenzioni vanno di pari passo con le possibilità e allora qui si apre un altro tema caldo, quello societario e i possibili sviluppi. Anche suggestivi. L'Inter ai cinesi? L'Inter torna ai Moratti? E Thohir? Negli ultimi giorni, come da tradizione, il club nerazzurro ha rubato la scena mediatica con voci e indiscrezioni su trattative vere o presunte con un paio di colossi economici targati Pechino. Uno, la Suning, sarebbe in quota Thohir, l'altro, ChemChina, in quota Moratti con l'abile regia di Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato del gruppo Pirelli che, ricordiamo, oltre ad essere main sponsor dell'Inter, da un anno ha gli azionisti di maggioranza cinesi. Le trattative sono reali dunque, del resto Erick Thohir ha detto e ribadito di essere alla ricerca di nuovi patner commerciali per rendere l'Inter più solida finanziariamente e quindi più forte e competitiva sul campo. Moratti, invece, nelle ultime ore, addirittura da Teheran, dove si trovava nella delegazione italiana che ha accompagnato il premier Matteo Renzi, ha smentito ai giornalisti presenti un suo ritorno al comando, parlando di suggestioni giornalistiche che possono piacere ai nostalgici. Sarà sicuramente così, ma intanto l'ex presidente, forte anche del 29% delle quote azionarie, continua a presenziare, a vigilare, a non lasciare solo Erick Thohir.

Ecco, faccio il romantico e penso che si stia sviluppando realmente quanto i due avevano ipotizzato al momento dello storico passaggio di proprietà avvenuto il 15 novembre del 2013, ossia di convivere per il bene della società. Thohir e Moratti provengono da mondi diversi, se non opposti. Uno si è appassionato all'Inter con il tempo. L'altro è l'Inter. Thohir è un cosidetto businessman che nel calcio moderno non è un insulto, ma una qualità. Moratti è il mecenate tifoso che però le regole del Financial Fair Play non contemplano più come uomo solo al comando. Ma nessuno gli può vietare di restare vicino alla sua creatura. Con o senza quote. Quando ci sono in ballo soldi e interessi, è difficile credere alle favole, può darsi che il prossimo 15 novembre, quando Moratti avrà la possibilità di vendere la sua quota a Thohir ad un prezzo già stabilito, saranno scintille. Ma queste sono supposizioni. La realtà dice che finora la convivenza ha funzionato e non solo perchè i due cenino insieme quando Erick Thohir sbarca a Milano. Stanno lavorando insieme due anime dell'Inter, in un momento molto delicato dal punto di vista finanziario. Ma non solo per il club nerazzurro, non solo per il calcio.

Thohir, Moratti, i cinesi. Ben venga l'artiglieria pesante. Ben vengano trattive e possibili scenari. Sarebbe stato peggio il disinteresse, che però non ci sarà mai. Perchè l'Inter rimane uno dei più importanti club calcistici del mondo. Città, storia, trofei a fare da garanzia. In attesa di tornare a fare la voce grossa.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 aprile 2016 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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