Non trovo nulla che mi consoli. Non vedo appigli, non vedo sprazzi. L'Inter è in una situazione critica, ma la sensazione è che lo fosse ancor prima della sconfitta con la Juventus. Una sconfitta quasi annunciata. Perché? In fondo venivamo dalla vittoria di Lille, da quella con il Chievo e dal pari con l'Atalanta. La classifica deficitaria, in realtà, era da addebitare alla gestione precedente, quella gasperiniana. Ranieri, Catania a parte, ha riportato entusiasmo e logica tattica.

Purtroppo, dove l'Inter doveva fare il salto di qualità, con il Napoli, in un match in cui era apparsa brillante come mai in questo avvio di stagione, è stata ricacciata indietro dal signor Rocchi. Poi la sosta, gli infortuni, il ko di Catania e la serenità che se ne va.

Rendiamoci conto che quest'Inter, al momento, ha poche armi. Rendiamoci conto che l'armata tritatutto non esiste più. Rendiamoci conto che sarà un'annata appesa ad un filo. Bisogna capire che se, con tutto il rispetto, per rimontare la Juventus a San Siro il miglior cambio è Castaignos qualcosa non va. Nulla contro il giovanotto dei Paesi Bassi, per carità, ma c'è da rodersi il fegato pensando a quando in panchina avevamo gente come Cruz, Crespo e Recoba. L'Inter attuale è questa, una squadra normale che può perdere contro avversari normalissimi. Ergo: può perdere con chiunque.

Ora non resta che attaccarci alla speranza. Alla speranza che i nostri big non continuino ad avere infortuni. Alla speranza di rivedere in campo qualche pezzo da 90 al top. Alla speranza che il presidente Moratti si stufi presto di questo scempio e corra ai ripari sul mercato per dare fiato a un organico che non ne ha quasi più. Non ci sono i soldi? E allora che si facciano venir fuori le idee.

E non resta che rispecchiarci in quegli splendidi tifosi della curva Nord, che con quella commovente gigantografia di Giacinto Facchetti hanno saputo rispondere con fermezza ed eleganza a chi l'eleganza non sa nemmeno cosa sia. “Io non rubo il campionato ed in Serie B non son mai stato”. C'è solo l'Inter. Rendiamoci conto.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 ottobre 2011 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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