Come si fa a commentare rimanendo lucidi la prestazione dell'Inter al Da Luz? Eppure il tifoso nerazzurro dovrebbe essere abituato a certi scossoni emotivi peraltro non richiesti vista la semi-inutilità dell'impegno. Che sarà pur sempre Champions League e varrà anche bei soldini, ma nella morsa tra due trasferte come quella allo Stadium e quella al Maradona perde il suo valore intrinseco. O meglio, ne acquisisce un altro meno nobile ma pur sempre pratico: dare spazio a quelli definiti finora co-titolari, non certo banali riserve.

Un concetto venuto meno assai rapidamente contro il Benfica, che guidato da un Joao Mario versione Eusebio (ricordiamolo, regalato a Rui Costa & co. per evidenti incompatibilità con l'ambiente nerazzurro) ha messo a nudo sia i limiti tecnici, tattici e soprattutto mentali di alcuni giocatori sia la scelleratezza della sperimentaazione di Simone Inzaghi, che mai si sarebbe aspettato un crollo tale pur con un undici sperimentale. Invece il pubblico del Da Luz, che ultimamente contro l'Inter ha visto le streghe, si gode un autentico show delle Aquile che aggrediscono con sin troppa facilità il fortino avversario e chiudono nel giro di 35 minuti la pratica, pregustando un terzo posto che vale l'Europa di secondo piano. In parole semplici, quella presentatasi a Lisbona non è la solita Inter, bensì, per usare un'iperbole, quella acquistata su Wiish.

Serata in archivio con pessima figura dei vice campioni e conseguente danno a un'immagine ripulitasi negli ultimi anni di Champions? Macché. Non è dato sapere se Inzaghi sia rimasto nello spogliatoio freezzato come il meme che sta spopolando su internet, ma se così fosse quell'espressione tra l'inferocito e l'attonito ha sortito i suoi effetti. Perché l'Inter tornata in campo dopo l'intervallo è un'altra squadra e il Benfica se ne accorge subito, troppo tardi per opporre resistenza. Possibile che i lusitani abbiano mentalmente deposto l'artiglieria pesante forti della passeggiata del primo tempo, possibile che i nerazzurri ssi siano ricordati del rispetto di cui godono in campo internazionale. Potremmo stare ore a cercare delle motivazioni a quanto accaduto nella ripresa, in cui anche grazie ai cambi la squadra di Inzaghi arriva persino a sfiorare la vittoria, risalendo da un baratro profondissimo.

Con un ottimo pareggio in rimonta in tasca e con qualche indicazione in più sui singoli, non per forza positiva, l'Inter rimane dunque in piena corsa per il primo posto nel Girone D (Real Sociedad e Salisburgo non si sono fatte male), si inietta in vena una buona dose di autostima dopo i tremori del primo tempo e può pensare serenamente alla trasferta di Napoli, dove affronterà un avversario che ha spaventato il Real Madrid al Bernabeu, cedendo solo nel finale. L'esperimento di Inzaghi ha funzionato a metà, forse meno. Però la squadra ha saputo reagire, anche con gli stessi giocatori che per 45 minuti più recupero hanno steccato.

In chiusura, consiglio ai naviganti: le bocciature di ieri sera non siano una macchia indelebile sulla valutazione di alcuni nerazzurri. Le attenuanti non mancano, anche se qualcuno doveva esprimersi meglio. E poi c'è chi ha saputo reagire ed è un dettaglio da non sottovalutare in vista del prosieguo di una stagione che richiederà il supporto di ogni componente della rosa.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 30 novembre 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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