Dopo dieci giornate, il campionato sta già fornendo indicazioni importanti. Milan e Napoli per ora volano e sembrano avere le potenzialità per arrivare fino in fondo. Sembra già fuori dai giochi la Juventus di Massimiliano Allegri, l'uomo richiamato a corte perchè sapeva come si fa, dopo la parentesi Sarri (che comunque lo scudetto lo aveva vinto) e l'illusione Pirlo, mandato allo sbaraglio in un contesto più grande di lui. Ma Allegri, perso per strada l'uomo dei trenta gol all'anno, alias Cristiano Ronaldo, sta fallendo clamorosamente la missione.
E' l'Inter campione d'Italia in carica? La Beneamata tiene botta tra alti e qualche basso, assolutamente pronosticabile dopo l'addio a tre artefici del trionfo della scorsa stagione e mi riferisco ad Antonio Conte, Romelu Lukaku e Achraf Hakimi. Però, grazie all'eccellente lavoro della dirigenza nerazzurra in sede di mercato, nonostante i pochi euro a disposizione, la Beneamata è rimasta competitiva e Simone Inzaghi sta dimostrando, proprio nella difficile Milano nerazzurra, di potersi eleggere ad allenatore da grande piazza, dopo cinque anni da protagonista alla Lazio. Brucia ancora il pareggio contro la Juventus, è sfumata una vittoria che i nerazzurri avrebbero meritato per quanto visto in campo, ma non conseguita per una ingenuità difensiva e una confusa interpretazione della funzione del Var.
La trasferta di Empoli nell'infrasettimanale rappresentava un ostacolo molto più importante di quanto potesse sembrare nel momento della stesura del calendario. Bisognava vincere e l'Inter ha vinto. Non ha brillato, ma non c'è stata mai partita, anche se i toscani possono recriminare su un possibile calcio di rigore non concesso poco prima del vantaggio nerazzurro firmato da Danilo D'Ambrosio. Ma anche il quel caso si sarebbe trattato di uno di quei rigori ormai assegnati solo perchè esiste un contatto, senza ricordare che il calcio è uno sport di contatto, non è la pallavolo. L'Inter di Empoli, così come contro la Juventus, è apparsa migliorata nella compattezza di squadra che non ha permesso agli avversari di banchettare in campo aperto come troppe volte accaduto in questo inizio di stagione. Se Inzaghi riuscirà a trovare definitivamente il famoso “equilibrio” tra la propensione offensiva della sua squadra e la necessità di non lasciare spazio alle ripartenze quando perdi palla, allora si potrà guardare con giustificato ottimismo alle prossime gare.
Domani al Meazza arriva all'ora di pranzo l'Udinese, squadra fastidiosa per tradizione. Rispetto a Empoli il mister nerazzurro cambierà qualche pedina, perché il mercoledì dopo ci si gioca la vita in Champions League in casa dello Sheriff e domenica 7 novembre c'è la prova della verità nel derby. Con l'aspetto tecnico, cammina di pari passo quello societario. Giovedì scorso si è svolta l'assemblea degli azionisti. Collegato in videoconferenza da Nanchino è intervenuto il presidente Steven Zhang il quale ha smentito le voci di vendita del club parlando di speculazioni, aggiungendo che il gruppo Suning sia assolutamente intenzionato a mantenere le redini della società. Il bilancio è in rosso acceso, quello del prossimo anno sarà migliore grazie alle cessioni di Hakimi e Lukaku, chissà cosa succederà veramente.
Intanto però il popolo nerazzurro incassa con soddisfazione il rinnovo di contratto fino al 2026 di Lautaro Martinez. E nei prossimi giorni dovrebbe arrivare quello di Nicolò Barella. In arrivo rinnovi anche per la dirigenza, formata da Giuseppe Marotta, Piero Ausilio, Dario Baccin e Alessandro Antonello. Insomma l'Inter è viva e lotta insieme a noi, parafrasando un vecchio slogan politico. In classifica, dopo dieci giornate, la squadra vanta 21 punti, gli stessi della scorsa stagione, quella che ha partorito uno scudetto che mancava da ben undici anni. Non sarà certo facile bissare e conquistare così la seconda stella, i sette punti di distacco dalla vetta pesano. Ma guai a pensare che non lo si possa fare.
Non si molla nulla e da domani, tra le mura amiche che sono tornate a riempirsi di passione, attendiamo la conferma.
E' l'Inter campione d'Italia in carica? La Beneamata tiene botta tra alti e qualche basso, assolutamente pronosticabile dopo l'addio a tre artefici del trionfo della scorsa stagione e mi riferisco ad Antonio Conte, Romelu Lukaku e Achraf Hakimi. Però, grazie all'eccellente lavoro della dirigenza nerazzurra in sede di mercato, nonostante i pochi euro a disposizione, la Beneamata è rimasta competitiva e Simone Inzaghi sta dimostrando, proprio nella difficile Milano nerazzurra, di potersi eleggere ad allenatore da grande piazza, dopo cinque anni da protagonista alla Lazio. Brucia ancora il pareggio contro la Juventus, è sfumata una vittoria che i nerazzurri avrebbero meritato per quanto visto in campo, ma non conseguita per una ingenuità difensiva e una confusa interpretazione della funzione del Var.
La trasferta di Empoli nell'infrasettimanale rappresentava un ostacolo molto più importante di quanto potesse sembrare nel momento della stesura del calendario. Bisognava vincere e l'Inter ha vinto. Non ha brillato, ma non c'è stata mai partita, anche se i toscani possono recriminare su un possibile calcio di rigore non concesso poco prima del vantaggio nerazzurro firmato da Danilo D'Ambrosio. Ma anche il quel caso si sarebbe trattato di uno di quei rigori ormai assegnati solo perchè esiste un contatto, senza ricordare che il calcio è uno sport di contatto, non è la pallavolo. L'Inter di Empoli, così come contro la Juventus, è apparsa migliorata nella compattezza di squadra che non ha permesso agli avversari di banchettare in campo aperto come troppe volte accaduto in questo inizio di stagione. Se Inzaghi riuscirà a trovare definitivamente il famoso “equilibrio” tra la propensione offensiva della sua squadra e la necessità di non lasciare spazio alle ripartenze quando perdi palla, allora si potrà guardare con giustificato ottimismo alle prossime gare.
Domani al Meazza arriva all'ora di pranzo l'Udinese, squadra fastidiosa per tradizione. Rispetto a Empoli il mister nerazzurro cambierà qualche pedina, perché il mercoledì dopo ci si gioca la vita in Champions League in casa dello Sheriff e domenica 7 novembre c'è la prova della verità nel derby. Con l'aspetto tecnico, cammina di pari passo quello societario. Giovedì scorso si è svolta l'assemblea degli azionisti. Collegato in videoconferenza da Nanchino è intervenuto il presidente Steven Zhang il quale ha smentito le voci di vendita del club parlando di speculazioni, aggiungendo che il gruppo Suning sia assolutamente intenzionato a mantenere le redini della società. Il bilancio è in rosso acceso, quello del prossimo anno sarà migliore grazie alle cessioni di Hakimi e Lukaku, chissà cosa succederà veramente.
Intanto però il popolo nerazzurro incassa con soddisfazione il rinnovo di contratto fino al 2026 di Lautaro Martinez. E nei prossimi giorni dovrebbe arrivare quello di Nicolò Barella. In arrivo rinnovi anche per la dirigenza, formata da Giuseppe Marotta, Piero Ausilio, Dario Baccin e Alessandro Antonello. Insomma l'Inter è viva e lotta insieme a noi, parafrasando un vecchio slogan politico. In classifica, dopo dieci giornate, la squadra vanta 21 punti, gli stessi della scorsa stagione, quella che ha partorito uno scudetto che mancava da ben undici anni. Non sarà certo facile bissare e conquistare così la seconda stella, i sette punti di distacco dalla vetta pesano. Ma guai a pensare che non lo si possa fare.
Non si molla nulla e da domani, tra le mura amiche che sono tornate a riempirsi di passione, attendiamo la conferma.
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