"Un fallo che in una sala VAR, con tecnici preparati come sono, è impossibile non abbiano visto. Non è possibile non abbiano avvisato l'arbitro. Impossibile che questo gol non sia stato annullato: mancanza di rispetto che non accettiamo. L'arbitro in campo può sbagliare, siamo tutti gente di calcio, ma in una sala VAR non si possono fare questi errori. O è una mancanza di rispetto oppure c'è qualcosa che... Siamo arrivati a un punto che... Sono molto in difficoltà a commentare. Non è giusto quello che è successo oggi". Così aveva parlato Sogliano, dirigente dell'Hellas Verona, dopo il match di San Siro con l'Inter, terminato con il punteggio di 2-1 per i nerazzurri.

Accuse forti di Sogliano, riferite proprio alla rete decisiva di Frattesi, con quel contatto reiterato tra Bastoni e Duda terminato con l'energica sportellata dell'interista al centrocampista di Baroni. Al di là dell'episodio e del giudizio che ognuno può avere in merito, quello che resta inaccettabile è il riferimento velato (ma non troppo) a un condizionamento degli arbitri in sala VAR in favore dell'Inter. Le parole di Sogliano sono confuse, ma allo stesso tempo chiare: quando si dice "impossibile" e "oppure c'è qualcosa..." significa insinuare il dubbio del complotto. In questo caso, complotto per favorire l'Inter. Basta nascondersi: questo ha lasciato intendere Sogliano.

Come sciacalli, molti operatori dell'informazione - o più esattamente della disinformazione - non hanno fatto altro che leccarsi i baffi dinanzi a tanta generosa offerta e iniziare a mangiare il più possibile. E così è partita tutta quella serie oscena di opinioni - dette e scritte - sull'Inter che vince grazie agli arbitri eccetera. Omettendo, ovviamente volontariamente, tutto il resto della storia. Una storia che parte dal contatto non fischiato su Arnautovic in origine dell'1-1 di Henry, che passa da un metro di arbitraggio tutt'altro che casalingo e che termina con la punizione totalmente inventata dalla quale nasce il "rigorino" su Magnani, decretato peraltro proprio grazie al VAR. Lo stesso VAR che, secondo qualcuno, era lì a Lissone per favorire l'Inter e penalizzare il Verona.

Il problema più grande del calcio italiano non è Nasca e non è Fabbri. E non è neppure Sogliano. Il problema più grande è la malafede di chi dovrebbe fare il giornalista e invece fa lo sciacallo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 09 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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