Il countdown sta per terminare. Si entra in apnea. A Milano domani c'è il derby. "Un campionato nel campionato", diceva Alberto Zaccheroni che ha scaldato entrambe le panchine. Sì, anche a Milano, città fredda per chi non la conosce e frequenta, ma comunque lontana dall’approccio alla stracittadina in piazze, ad esempio, come Roma o Genova. Nella Capitale e sotto la Lanterna si parla di derby un mese prima e un mese dopo, a Torino il fascino è diminuito con il tempo a causa della disparità di forze tra la Juventus e i granata.

Inter-Milan mantiene una sua unicità, che sintetizza razionalità, pochi eccessi, ma passione a mille nel giorno dell'evento. Il derby della Madonnina è uno dei tanti monumenti e istituzioni della città. A Milano ci sono il Duomo, il Castello Sforzesco, la Scala, in passato la nebbia... e, appunto, il derby. Che si gioca a San Siro, altro luogo imperdibile per chi decida di visitare il capoluogo lombardo. Ecco perché, a prescindere dal responso della classifica, questa partita richiama quasi sempre il tutto esaurito.

Spesso, soprattutto negli ultimi anni, lo spettacolo vero non si è visto tanto in campo, bensì nelle due curve. Al derby di Milano non ci si mena grazie ad un patto di non belligeranza sancito negli anni '80 tra i gruppi ultras delle due squadre, una parte ama prevalere sull'altra a suon di scenografie mozzafiato. Mesi di preparazione, giorno e notte, di spettacoli da urlo che durano solo pochi minuti e che devono farsi largo tra i divieti da stadio sanciti nell'ultimo decennio. Vincere il derby del tifo, per molti di quei ragazzi, è quasi più importante del responso del campo.

Inter e Milan hanno tifosi nell'intera penisola, per la maggioranza dei non milanesi è forse la Juventus il vero "nemico" da battere. Per chi invece nasce e vive in Lombardia, la sfida rossonerazzurra non può ammettere paragoni. È l'appuntamento a cui non vuoi mancare per nessun motivo, è la data che vai immediatamente a cercare nel caldo giorno di agosto in cui si stilano i calendari. Bauscia e casciavit, Mazzola e Rivera, le maglie nerazzurre contro quelle rossonere. Moratti contro Berlusconi. Fraizzoli contro Farina. Ora Cina contro Stati Uniti perché il mondo cambia in fretta. Ma i più fedeli al passato possono rievocare la famosa partita di ping pong tra Mao Tse Tung e Richard Nixon. Non era un derby, ma un momento di grande contrapposizione tra due visioni del mondo e della vita che per una volta sfociavano in un sano gesto sportivo.

Il calcio è profondamente cambiato. Purtroppo in peggio. C'è sempre meno senso di appartenenza, i giocatori vanno e vengono e a volte non ci si può nemmeno consolare con lo slogan: "Solo la maglia" perché troppo spesso il marketing impone casacche che sono uno schiaffo alle tradizioni dei club. Ma il derby di Milano è unico anche perché mantiene, nei limiti del possibile, salde le tradizioni che hanno fatto avvicinare da bambini tanti di noi a questo gioco e soprattutto, hanno permesso di innamorarsi di una squadra.

Chi scrive, naturalmente è sponda Inter, seguirà per lavoro la gara dalla tribuna stampa, la racconterà poi seguendo la deontologia del mestiere, ma è inutile essere ipocriti, il countdown sta terminando in modo ansioso anche per i tantissimi giornalisti che avranno la fortuna di essere accreditati all'evento. Gioca in casa l'Inter, San Siro sarà ancora di più il "Giuseppe Meazza" e il piazzale che lo ospita sarà ancora di più Piazzale "Angelo Moratti". Tre quarti di stadio si colorerà di nerazzurro, il boato sarà impressionante al momento dell'ingresso delle squadre. 

Dal punto di vista tecnico, nonostante si sia detto che gli spettacoli di una volta conditi dalle giocate di autentici fuoriclasse non si siano più visti, domani rischia di essere un gran derby. L'Inter è in salute, rinfrancata da ben sei vittorie consecutive comprese le due in Champions League ed è conscia che un successo rappresenterebbe adrenalina pura anche in vista della visita in programma tre giorni dopo al Camp Nou di Barcellona.

È carico come una molla il Capitano. Maurito Icardi, che ha ripreso a fare bene quello che sa fare meglio, ossia segnare, ha confermato nelle interviste degli ultimi giorni come l'Inter, per lui, sia la casa dove continuare a vivere a lungo. La settimana è stata scandita, giornalisticamente, dal duello tutto argentino tra il bomber nerazzurro e Gonzalo Higuain. Il puntero rossonero, sarebbe stupido negarlo, è tra i più forti e completi attaccanti del mondo, ma ha quasi 31 anni, mentre Icardi di anni ne ha 25 e ha già segnato tante di quelle reti da meritare un posto tra i grandi cannonieri della storia della Beneamata. Icardi è anche uomo-derby, ci piace ricordare ai dirimpettai la tripletta stampata in faccia da Maurito nella sfida di andata della scorsa stagione e che permise all’Inter di vincere per 3- 2 a pochi istanti dal fischio finale.

C’è anche grande attesa per la prova di Radja Naingollan, faccia da Ninja, faccia da derby. La forma dell’ex romanista sta lievitando, il fastidioso infortunio estivo è ormai un brutto ricordo e comunque, compreso quello annullato a Genova con la Sampdoria, sono già tre i gol, decisivi e bellissimi, realizzati dal belga. Il derby, San Siro stracolmo, il tifo, la notturna. Tutti ingredienti capaci di esaltare un combattente come il Ninja che proprio nella partita più attesa, potrebbe entrare definitivamente nel cuore dei tifosi nerazzurri.

Loro, oltre Higuain, hanno due armi che potranno dare fastidio, a mio avviso. Si tratta di Gattuso e di un ritrovato spirito milanista alimentato dall’ingresso in società di figure carismatiche come Paolo Maldini e l’ex Leonardo. Rino Gattuso non è diventato improvvisamente un grande allenatore, forse lo diventerà, ma questo derby lo giocherà anche lui pur se in panchina e ha già dimostrato di saperlo fare, visto che si è preso il lusso di eliminare l’Inter in un quarto di finale di Coppa Italia.

L’Inter di Spalletti dovrà dunque entrare in campo con la massima concentrazione e altrettanta ferocia sportiva. Poi parlerà il campo. Il problema è che manchino ancora troppe ore e l’ansia continua a salire. Anche se ti senti più forte. Consegna tre punti come le altre gare, ma vincerlo o perderlo significa molto, ma molto di più. È il derby di Milano. 

VIDEO - COSA RAPPRESENTA PER VOI IL DERBY? PER NOI INTER-MILAN E'... 

 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 ottobre 2018 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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