"Buongiorno signor Marotta. La sua missione, se dovesse accettarla, riguarda il bilancio in attivo di 60 milioni e la riduzione del monte ingaggi del 10-15%. Può scegliere gli altri membri della squadra, ma è essenziale che due di questi siano Ausilio e Baccin, i suoi ds e vice ds che la aiuteranno a gestire le trattative. Ha 48 ore per reclutare Mkhitaryan e raggiungermi in sede per le foto e il contratto. Come sempre, se lei o un qualsiasi altro membro della squadra venisse scoperto, il mister negherà di essere stato a conoscenza di qualunque operazione. Ah signor Marotta, la prossima volta che va in vacanza sia così gentile da farci sapere dove va".
Lanciati via gli occhialini da sole con il videomessaggio del presidente Zhang, Beppe Marotta stava già rimuginando il piano per il suo secondo mercato impossibile, mentre si preparava a lasciare l'hotel di Parigi dove aveva soggiornato nel weekend. Tra una visita al Louvre e una gita a Disneyland, il dg aveva trovato anche il tempo per assistere alla finale di Champions League tra il Liverpool e il Real Madrid, seduto in poltroncina d'onore allo Stade de France a debita distanza da Wanda Nara. Spettacolo anche questo ricreativo, visto che i nomi in ballo per la costruzione dell'Inter 2022-2023 non potevano certamente essere quelli costosissimi stampati sulle maglie dei Reds e neppure quelli dei Blancos, al contrario sarebbero stati studiati sulla lista dei Parametros Zeros, con l'eccezione del torinista Bremer con il quale l'Inter aveva già l'accordo, mentre adesso bisognava allentare le pretese del presidente granata Cairo. Una missione destinata a complicarsi maggiormente anche per le ultime notizie arrivate da Londra.
Dopo le cessioni nella scorsa estate di Hakimi e Lukaku, la separazione consensuale con Conte e il puntellamento della rosa campione d'Italia assegnata al nuovo tecnico Inzaghi, i paletti di Suning impongono ancora una volta una campagna acquisti autofinanziata, quindi l'esigenza di un sacrificato tra i big con indizi che condurrebbero a Bastoni. L'obiettivo è quello di far sborsare al Tottenham allenato proprio dall'ex tecnico nerazzurro i 70 milioni che consentirebbero all'Inter di portarsi largamente in attivo, mentre si congelerebbe l'ipotesi dell'addio di De Vrij e Skriniar seguirà la scia di altri pilastri quali Barella e Brozovic firmando anche lui il rinnovo. E a proposito di firme, tra le priorità sul taccuino del dg ci sarebbero state anche il prolungamento di Inzaghi, ormai imminente, e quello sempre più sfumato di Perisic, che alla fine non raggiungerà Pogba e Di Maria alla Juve, nonostante secondo alcuni il croato avesse già preso casa a Torino, ma è pronto a trasferirsi a Londra per sposare la causa degli Spurs. Ennesima conferma che in realtà a Conte la rosa nerazzurra è sempre piaciuta.
In entrata, Inter Media House studia l'accoglienza per Mkhitaryan e Dybala, probabilmente i due colpi copertina dell'estate nerazzurra, anche se entrambi rientrano ancora nei piani della Roma che con Mourinho ci proverà fino all'ultimo (non è il terzo trofeo europeo diverso conquistato al primo anno in giallorosso a saziare la fame di tituli dello Special One). Sulla sinistra un giovane farà da alternativa a Gosens, preso a gennaio proprio per non farsi trovare impreparati in caso di divorzio da Ivan il terribile, in porta Onana è pronto alla competizione con Handanovic che invece ha rinnovato per amore della maglia, Vidal, Sanchez e Vecino verranno accompagnati all'uscita dei cancelli di Appiano, così come Sensi, Lazaro, Dalbert e Pinamonti che probabilmente non avranno neanche il tempo di riambientarsi prima che si vada alla ricerca di nuovi acquirenti. Nelle intenzioni del club esposte con fierezza da Zhang c'è quella di dare all'Inter il volto di una squadra ancora più competitiva, con un progetto che trova le sue solide fondamenta in Inzaghi, sempre più immerso nel nuovo mondo black and blue, da cui invece ha fatto di tutto per uscirne Lukaku. Indietro non si torna, a meno di un'altra manovra impossibile targata BM.
Nel frattempo, alla Supercoppa Italiana e alla Coppa Italia si è aggiunta la consegna del tapiro d’oro, vero e proprio battesimo nonché marchio d'autenticità di ogni allenatore che sceglie di legarsi all'Inter, e che in un certo senso sancisce il tripletino al primo anno milanese del tecnico, il quale, ricordiamo, è riuscito a conquistare due coppe in più di Conte, ha visto gli ottavi di Champions League e in campionato ha concluso la prima annata con due punti in più. L'asticella e le difficoltà si alzeranno nella prossima stagione, quando ci sarà da battagliare con il Milan per chi arriverà per prima alla seconda stella, con la Juventus di Allegri rafforzata dagli innesti stratosferici e che in Italia non può più fallire (in Europa come sempre si chiuderà un occhio), magari anche con il Napoli di Spalletti e la Roma di Mou giunte all'edizione 2.0. Prima del campo, la partita si giocherà però sui bilanci e sui contratti, con Marotta che, tra tutti i suoi colleghi, ha il compito più difficile, o per meglio dire impossibile. Difficile è una passeggiata per lui.
Questo editoriale si autodistruggerà fra cinque secondi.
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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