Una prestazione che definire deludente vorrebbe dire utilizzare un eufemismo. L'Inter cade ancora proprio nel momento di decollare. Come l'anno scorso, come due anni fa, come tre anni fa. Motivi diversi, risultato identico: nel momento di fare il salto di qualità, ci si arena.

Successe con Ranieri (e lì la cessione di Thiago Motta grida ancora vendetta), successe con Stramaccioni e succede con Mazzarri da due anni: quando si tratta di dover dare la svolta decisiva alla stagione, il flop. Al di là dell'allenatore, quindi, quest'Inter pare avere problemi endemici, affiorati due anni dopo aver vinto tutto. Dall'addio di Leonardo, questa squadra è piombata in un imbuto di risultati e prestazioni non adeguate.

Restando al presente, c'è il rischio evidente che l'alibi dell'allenatore sia – con coscienza o meno – un cuscino bello morbido per i giocatori. Perché va bene tutto, ma non tirare mai in porta contro l'ultima in classifica è un segnale troppo allarmante per essere ricondotto soltanto alla gestione tecnica.

C'è il forte rischio che, vista la gran cagnara che si fa attorno al nome di Mazzarri, i giocatori si lascino condizionare e livello psicologico. Della serie: ''Tanto daranno la colpa al mister''. Altro che scossa, altro che presa di coscienza: i fischi continui e i nomi di probabili sostituti tirati fuori ogni minuto procurano danni inenarrabili. Perché un gruppo nuovo e da assemblare avrebbe bisogno di serenità e supporto, tutto il contrario della centrifuga nella quale si trova l'Inter ormai da un paio di mesi.

Mazzarri ha le sue grandi responsabilità, senza dubbio. Ma non ci si può sempre nascondere dietro a un dito oppure, come in questo caso, dietro a un allenatore. Quando si perdono partite come quelle perse dall'Inter è chiaro che i problemi sono tanti e non tutti così semplici da decifrare. Ognuno si prenda le proprie responsabilità, i giocatori in primis. E se proprio si vuole individuare in Mazzarri l'unico colpevole dell'ennesima stagione balorda, allora si prenda nota che un allenatore è scelto dalla dirigenza. Di conseguenza, è la dirigenza stessa ad avere le maggiori colpe in caso di fallimento. Optare per gente inadeguata è un errore di chi siede nella stanza dei bottoni.

La fiducia rinnovata a ogni dichiarazione, per la verità, non sembra così salda. ''E' giusto dare una nuova chance al tecnico'', va ripetendo Thohir da mesi. Come a dire: ''Non mi ha fatto una grandissima impressione, vediamo se migliora''. Non esattamente la stesso che dire: ''Abbiamo il miglior allenatore e ce le teniamo stretto''. Insomma, sano realismo indonesiano, tra conti e campo. Intanto, però, si prendono due schiaffoni dall'ultima della classe e non si tira mai in porta. E' davvero questa l'Inter moderna e brillante che vuole il nuovo proprietario?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 novembre 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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