Da Brunico agli States, l'estate 2016 dell'Inter continua a essere una delle più caotiche degli ultimi anni. Il sole americano non ha portato la serenità a Mancini, che per il momento resta ancorato alla panchina nerazzurra nonostante i dirigenti e la nuova proprietà abbiano deciso di tenerlo all'oscuro del mercato, mentre informano costantemente noi giornalisti e operatori. Pare infatti che a colazione il tecnico faccia la conta dei suoi uomini per capire se Ausilio nella notte gli abbia venduto qualche pedina: "Eccolo Icardi mentre spalma la marmellata sul toast, ma che ci fa seduto accanto al cameriere?". Per fortuna al tavolo con il Mancio c'è Sylvinho: "Roberto, quello lì vicino a Mauro è Erkin, il terzino turco che abbiamo preso a parametro zero...". "Hai ragione Sylvi, quindi i soldi li risparmiamo per Yaya, non è vero?". Silenzio.

Dicevamo di Icardi, capitano ammutinato che pur di non lasciare la nave nerazzurra in tempesta aveva dato l'ultimatum alla società: rinnovo subito con adeguamento multimilionario del contratto adeguato un anno fa o cessione immediata al Napoli per poter prendere il posto di Higuain nel cuore dei tifosi azzurri e di Christian De Sica nel prossimo cinepattone di De Laurentiis (il presidente aveva provato a ingaggiare pure Maxi Lopez, che però ha rifiutato di interpretare la parte del marito cornuto). Nella pellicola non ci sarà la moglie-agente Wanda Nara, che durante il periodo delle riprese sarà impegnata a negoziare con l'Inter un nuovo adeguamento del contratto, divenuto nel frattempo inadeguato. "Non esistono più le bandiere" tra i messaggi di commiato a Higuain, "Vedi Napoli e poi muori" fra quelli più citazionisti, "È rubentino", ha argomentato invece DeLa. Lo stesso Maradona è furioso con il Pipita. Discorso accomunabile al 9 dell'Inter, con la sola differenza che il Pibe lo prenderebbe volentieri "a cazzotti" prima ancora di arrivare a Napoli e non dopo averla lasciata.

Anche in caso di permanenza in nerazzurro, Icardi, che continuerebbe a indossare la fascia, si è già staccato totalmente da una lunga tradizione di capitani storici dell'Inter, ultimo Zanetti, che aveva sempre indirizzato sulla retta via il bomber rosarino. Stavolta l'esempio del terzino con la maglia numero 4 nerazzurra e il ciuffo sempre in ordine è distante anni luce dalla "commedia" portata avanti quest'estate dal centravanti di Mancini (e qui De Laurentiis non c'entra). Il calcio di questi anni è cambiato in toto, dall'arrivo dei capitali esteri con l'inserimento di nuovi metodi di gestione nei club alla scomparsa forse definitiva dei giocatori simbolo. L'Inter è nel pieno del processo e a risentire dei dubbi legati al cambiamento è soprattutto la pazienza dei tifosi e del suo tecnico. La quasi certezza è che arriverà Candreva, quasi capitano della Lazio prima che i compagni lo degradassero in favore dell'argentino Biglia. Immaginiamo la sorpresa di Mancini quando scoprirà il suo nuovo acquisto a colazione: "Guarda Sylvi, abbiam comprato Giroud. Che ci facciamo ancora con Icardi?".

Sezione: Editoriale / Data: Ven 29 luglio 2016 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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