“Se giocassimo dai primi minuti come giochiamo nei minuti finali, forse avremmo vinto qualche partita in più”. Vorrei partire da queste parole, rilasciate da Mourinho ieri in conferenza stampa, per analizzare il pareggio interno contro il Torino. Parole sante! Non è una novità che spesso, proprio negli incontri sulla carta più abbordabili, l’Inter stenti, giochicchi, per poi svegliarsi e rincorrere quando magari è sotto di un gol e “con l’ansia del tempo che passa e con gli avversari che si chiudono a difensa del risultato”, come ha spiegato Mourinho. Un problema di testa, è chiaro, magari inconsciamente i nerazzurri pensano di poter sbloccare il risultato in qualsiasi momento e di avere vita facile, e così scendono in campo a bassi ritmi, senza tener conto che ogni squadra che arriva a San Siro viene qui per fare la propria partita della vita. Il Torino, così come il Cagliari venti giorni fa, ha fatto la sua bella e onesta partita, ha lottato su ogni pallone come fosse la finale di Champions, e ha meritato il punto. L’Inter si è accorta di dover accelerare i ritmi solo quando era sotto di una rete, il forcing finale è stato da vera Inter ma, come si diceva, perché non giocare così fin dai primi minuti in modo da mettere subito in cassaforte il risultato? Una questione su cui il tecnico portoghese dovrà lavorare, ma non è il caso di fare drammi. L’Inter è pur sempre prima in classifica con un vantaggio che si è fatto ben consistente sulla Juve, +7, e di tutto rispetto sul Milan, +6. In attesa del derby di metà febbraio che potrebbe proiettare la squadra verso una vittoriosa cavalcata finale (con tutti gli scongiuri del caso).
Intanto in queste ore tutte le attenzioni si sono spostate sul mercato, che chiude i battenti oggi (nel momento in cui scrivo nessuna operazione è ancora stata ufficializzata dalla società nerazzurra). Secondo quanto si è sentito e respirato in questo mese di trattative, l’Inter dovrebbe attuare solo operazioni in uscita: i primi in lista di sbarco sono Dacourt, che ha chiaramente chiesto di andar via (su di lui il Fulham, che ha quasi concluso la trattativa) e Obinna, che però ha già rifiutato Betis e Torino. A questi si è aggiunto, nelle ultime ore, anche Quaresma, ormai preso di mira dalla tifoseria e che non sente più neanche l’apporto del suo mister, che fino a ieri lo aveva sempre difeso. Mourinho a fine partita ha infatti ammesso che quello che si sta vedendo in nerazzurro non è il vero Quaresma, che lui aveva voluto fortemente, ma un ragazzo che ha perso fiducia in sé stesso e che non riesce a reagire all’ambiente ostile che si è creato attorno a lui. Potrebbe giovare, allora, cederlo in prestito a un’altra squadra che magari lo ri-valorizzi e gli permetta di riacquistare fiducia. Trasferirsi in una realtà nuova e vedere che, fin dall’inizio, non ti riesce quello che sapevi fare meglio, non è facile per nessuno, se poi ci si mettono anche i fischi di San Siro… Si prospetta così uno scambio con il Tottenham Quaresma-Jenas, anche quest’ultimo molto apprezzato da Mourinho. Non dovrebbero arrivare però grossi nomi in questa fase, anche perché la lista Champions è già chiusa. Lista Champions dalla quale, neanche a dirlo, è stato escluso lo stesso “Trivela”, mentre è stato inserito, seppur in Lista B, Balotelli, al centro di tante polemiche ma alla fine stimato da allenatore e presidente, e che quindi resterà all’Inter. Se giocherà con maggiore continuità dipenderà solo dal suo stato di maturità mentale.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 02 febbraio 2009 alle 14:02
Autore: Domenico Fabbricini
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