Due colpi in tre giorni. Domenica, lunedì e martedì. Tre giorni frenetici quelli che ci siamo lasciati alle spalle, il culmine del mercato dell'Inter. È arrivato Antonio Cassano, che fino a venerdì neanche sapeva di questa possibilità veramente concreta. Poi è decollato tutto nel weekend, gioco d'incastri. Insomma, l'eterno talento di Bari Vecchia con 7,5 milioni di euro nella scatola. In cambio, è andato al Milan Giampaolo Pazzini. Un'operazione sacrosanta: l'Inter rischiava di dover tenere Pazzini in tribuna per sei mesi (almeno) e da separato in casa. Vedendolo deprezzarsi e perdendoci su un ingaggio da 2,8 milioni. Invece, raccoglie la sfida Cassano, incassa soldi importanti per un mercato come questo e chiude pure per Gargano. Un altro affare ottimo di Marco Branca e Piero Ausilio: la Fiorentina aveva lavorato al prestito da tempo. Il Napoli diceva no. L'Inter ha aspettato, approfittato dei buoni uffici con De Laurentiis e della volontà del giocatore, e preso un centrocampista che corre per due a poco più di un milione in prestito. E non finisce qui.
Perché queste sono le ore del top player. Quello sottolineato in rosso sulla lista. È Alvaro Pereira da Montevideo, una bestia della fascia sinistra. Difende, attacca (soprattutto), dribbla, ci mette l'anima e sa pure adattarsi in nome della duttilità. Stramaccioni lo desidera, lo vede assolutamente come un top player di prima qualità. Di quelli che arrivano magari in silenzio, come Guarin. Ma poi è il campo che parla. E anche il tesoretto, perché se saranno spesi circa 10 milioni di base netta per prenderlo significa che lo ritiene un top. E non sbaglia. L'Inter sta lavorando per chiudere insieme all'intermediario Gimenez, che già portò Guarin. Per il Palito sono le ore decisive, perché il Porto sta sciogliendo le riserve e intanto il ragazzo aspetta solo l'Inter: non si allena più in gruppo e non ci sarà contro il Vitoria, sabato. A 13 milioni, con un'offerta rialzata e comprensiva anche di bonus, si spera di chiudere. Ore frenetiche in quel di Oporto, riunioni e contatti continui ormai da una settimana. Ci siamo quasi, diciamo pure che Pereira è a un passo: l'Inter è fiduciosa, ottimista. Ma con il presidente Da Costa non si può mai dire "preso" prima delle firme. Men che meno per Fernando, perché come raccontato una settimana fa è una pista seplicemente impraticabile: 20 milioni la valutazione, non è tra i cedibili, per il tecnico Vitor Pereira è basilare e secondo indiscrezioni che filtrano dal Portogallo potrebbe presto discutere il rinnovo col Porto. Per quello l'agente tirava la corda e chiamava l'Inter. Strategie...
Nell'idea tattica di Andrea Stramaccioni, quindi, Pereira occuperebbe la casella di terzino mancino in un 4-3-2-1 o 4-3-1-2. In modo da avere il terzino di spinta sicuro, a prescindere da Maicon (più sotto al 31 attesi nuovi assalti, ma offerte per ora zero). E sfruttando la duttilità di Nagatomo per le due fasce, Jonathan come perno a destra e anche il solito jolly Zanetti. L'Inter a cui pensa Strama è quella con tre giocatori davanti alla difesa, per quello il trottolino Gargano è stata una richiesta chiara e precisa: serve un motorino recupera palloni che insieme a Guarin e poi Cambiasso, Mudingayi, Zanetti, Obi o chi per loro metta in moto un muro davanti alla difesa. Quel muro terribilmente mancato nella scorsa stagione, sia con Ranieri che con Gasperini: passavano oceani tra la difesa e la linea mediana. Strama vuole protezione, legna e rifornimento per chi deve plasmare calcio. I demiurghi quasi platonici dell'attacco, ovvero il trequartista (eventualmente doppio), la seconda punta e il centravanti. Quindi Sneijder e/o Cassano. La fantasia al potere, con Palacio mina vagante (non dimentichiamolo) come seconda punta e Milito naturalmente terminale offensivo. Questo è il calcio che vuole Stramaccioni: difesa solida e con laterali propositivi, mediana di muscoli, idee e corsa, attacco di velocità e soprattutto qualità. Una X rossa sull'Inter che fu, quella degli Ibrahimovic, Vieira, Materazzi, dove il fisico valeva più dei piedi buoni (che pure c'erano...). Questa è la nuova sfida di Stramaccioni.
Qualità in cattedra, dunque. Classe. E una sfida. Quella di Antonio Cassano. Sul suo arrivo all'Inter c'è tanto da raccontare, lo abbiamo fatto in questi giorni. Ma c'è anche qualcosa di più. Un contatto concreto con Stramaccioni c'è stato, prima che la trattativa diventasse praticamente conclusa. Antonio ha discusso in assoluta serietà con quello che sarebbe stato il suo futuro allenatore: "Tu all'Inter non arrivi da titolare. Davanti a te ci sono Palacio e Milito. Credo in te, ma devi giocarti il posto". Strama ha voluto essere chiaro. Ma Cassano non ha perso tempo a rispondere, più o meno così: "Io all'Inter vengo a giocarmi il posto, con tutto l'entusiasmo possibile". E con una carica incredibile negli occhi e nelle parole. Da lì, l'ok del presidente Moratti e la somma decisione dello spogliatoio. Quasi sacrosanta.
La risposta? Un sì in coro, da Wesley Sneijder a - ovviamente - capitan Zanetti. Contentissimo di accogliere in casa Inter quel Cassano con cui ci si era sempre solo sfiorati. E allora Antonio è arrivato, l'affare è andato in porto. Alla Pinetina ha dato subito spettacolo, ieri: maglietta di Eric Cartman, sorriso splendente, baci, abbracci e allenamento subito a buoni ritmi per essere pronto al più presto. L'Inter ha avuto anche garanzie mediche, Cassano sta bene. E poi, quando c'è la voglia di rinascere, c'è quasi tutto. È la sfida di Stramaccioni, la sfida di una nuova Inter. Quella rivoluzionata, della qualità al potere. Aspettando il top player, e godendosi il sorriso di Cassano al sapore di derby. Tra otto giorni chiude il mercato: quel 7 ottobre non è poi così lontano...
PS: chiusura doverosa per capitan Javier Zanetti. Oggi, 800 presenze. L'ennesimo record, dovessimo ricapitolarli tutti ci servirebbero due giorni. Javier Zanetti, una bandiera. Una leggenda. Un capitano vero, come non ne esistono più. Il nerazzurro non è una maglia, è una seconda pelle. Come lui nessuno mai. Semplicemente, 800 volte Pupi.
Twitter - @FabRomano21
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