Ambarabaciccicoccò tre civette sul comò… che facevano l’amore o timore non si è ancora capito, ma la storia e un’altra seppur la canzoncina calzi a pennello. Dopo mesi di videocall, ricerca di soluzioni, protocolli stilati, diatribe e chi ne ha più ne metta, il calcio italiano naviga a vista e in alto mare tra l’altro. Mentre l’Italia torna ad essere un campo minato di contagi, con la Serie A che gioca un ruolo da protagonista, la teoria dello ‘show must go on’ è l’unica via attualmente ponderata. Si esprime chiaramente in tal senso il nuovo protocollo introdotto dalla Lega Serie A che stabilisce che ogni squadra sarà obbligata a scendere in campo qualora dispone di almeno 13 giocatori sani (di cui almeno un portiere) con la possibilità di chiedere il rinvio di una e una soltanto partita durante il corso dell’anno. Il Genoa dunque viene esautorato da tale obbligo, considerato il numero di giocatori positivi (19 giocatori contagiati) e come da protocollo non è sceso in campo ieri pomeriggio contro il Torino.

Nel frattempo però i positivi aumentano e con essi anche i club contagiati: Milan, Atalanta, Torino, Juventus, Sampdoria. Dati e numeri che non accennano a diminuire e che al contrario destano sempre più preoccupazione a livello nazionale. Un problema che la Lega ‘isola’ con le quarantene prestabilite da protocollo per i giocatori in questione, una guaina che rischia di cedere. Ed ecco che ricomincia la conta ed esattamente come mesi addietro la patata bollente non vuole pelarla nessuno: ambarabaciccicoccò non c’è nessuno che deliberò.

Nel bel mezzo dell’indecisione a spezzare l’equilibrio della Serie A ci pensa l’azienda sanitaria locale di Napoli che dopo la seconda positività riscontrata nel gruppo di Gattuso alza la paletta sbarrando la via per Torino, dove gli azzurri avrebbero dovuto affrontare la squadra di Andrea Pirlo oggi alle 20.45. “Non ci sono le condizioni per autorizzare la trasferta” - si legge su Repubblica.it - a proposito dei toni perentori utilizzati dall’Asl che ritiene poco sicuro scendere in campo visti i tempi di incubazione del virus - come sottolinea Sky Sport -, costringendo giocatori e staff a scendere dall’autobus che li avrebbe portati in aeroporto e fare dietrofront e disertare la sfida più allettante del momento in casa azzurra.

Intanto la Juve non ci sta e sul sito ufficiale comunica la decisione secondo la quale la squadra di Andrea Pirlo “scenderà in campo per la gara Juventus – Napoli, come previsto dal calendario della Lega di Serie A”. Secondo quanto stabilito dal protocollo, ogni squadra che abbia anche un solo positivo in rosa, è obbligata a chiedere autorizzazione alla propria Asl di competenza, che deve concedere l'autorizzazione o meno a partire. La Lega però decide di non rinviare la gara, passando la palla al giudice sportivo e Figc.

Nel frattempo però viene fuori un nuovo allucinante retroscena: secondo quanto emerge dalle ricerche fatte dalla Lega stessa nel fax inviato dall’Asl alla società Napoli Calcio - come spiega l’agenzia dell’ANSA che ha preso visione del documento - non vi è alcun accenno a nessun divieto di partire per Torino, né previsto l’isolamento obbligatorio, si parla al contrario di “isolamento volontario”. Un ulteriore dettaglio, certamente non di poco conto, che ribalta gli scenari. Il Napoli dunque in caso di assenza allo Stadium domani sera sarà passibile di penalizzazione: pena la sconfitta per 3-0 a tavolino secondo prassi. La squadra di Rino Gattuso infatti, come stabilito dal Protocollo elaborato dal Consiglio di Lega del 30 settembre e 1° ottobre 2020, non può avvalersi della richiesta di rinvio del match, poiché dispone di un numero di giocatori disponibili tali da poter scendere in campo. Con la conferma da parte della Lega Serie A che la gara “Juventus-Napoli, valida per la terza giornata di Serie A TIM, resta in programma per il 4 ottobre alle ore 20.45”, Aurelio De Laurentiis dunque dovrà prendere in fretta una decisione, salvo l’intenzione di non sfidare i bianconeri regalando loro tre punti.

Insomma un valzer da commedia all’italiana sfociata in caciara e caos tipicamente nostrani, e mentre Twitter si accende viene in mente quel tormentone made in Naples, “Saremo uniti per sempre, se vinco o se perdo, con te mon amie, ehi benvenuti in Italy”… Ma l’unione per sempre resta utopia e la questione della serata fa sorgere spontanei alcuni quesiti: cosa sarebbe accaduto qualora le cose fossero state come erano apparse sulle prime e l’Asl avesse bloccato la partenza del Napoli? Come avrebbe agito la Lega? Quale sarebbe la procedura da attuare? Mettendo al contempo alla luce l’aberrante verità secondo la quale la patata continua ad essere realmente fin troppo bollente e ogni pretesto è buono per prendersi gioco dell’altro. E allora c’è da pensare che alla fine di questa triste e lunga vicenda cominciata nove mesi fa bene è andato davvero poco. E forse nove mesi e 8mila euro di multa dopo, il presidentino giovane, irriverente e miliardario torna ad aver ragione.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 04 ottobre 2020 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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