Essere secondi in classifica e gongolare per un dato che non accenna a vacillare, avere la sensazione di essere nelle mani di un allenatore passato per bravo e scoperto come grande, pensarci bene e considerare che Suning non spende ma è una proprietà maledettamente solida che sta strutturando, progettando e pensando in grande per il futuro, essere confortati al punto da sentirsi bauscia. Questo e persino qualcos’altro in questo riassunto che riassume lo stato delle cose nerazzurro in alcuni fatti acclarati e numeri incontestabili, definendone segreti che ormai non sono più tali.

Il primo monolito è Icardi, non amato da tutti, non percepito come il tipico capitano ma finalmente più centrato nel ruolo, un po’ tamarro nella vita ma inquadrato nella realtà dell’Inter che lo vede più aggregante, complici le vittorie a ripetizione. Gli rinfacciano da anni di non dare una mano alla difesa, di non creare sviluppi nella manovra, arretrando il baricentro e mi chiedo se le critiche di di qualche tempo fa non fossero più il frutto di anni disgraziati, prescindendo da gol che ha sempre fatto, legate più a situazioni extra campo. L’attaccante deve stare dove è in grado di segnare, dove sente un’opportunità per far male, dare profondità. Non conosco grandi attaccanti, salvo casi eccezionali, che fossero in grado di fare i difensori, bravi a impostare, finalizzare, stirare, rammendare e lavare anche i piatti.

In panchina è stato invocato da molti Conte, sperato in Simeone e ci si è ritrovati con Spalletti. Oggi vorrei sapere quanti interisti toglierebbero Spalletti da questa panchina per vederci sopra i due quotatissimi allenatori. La squadra oggi ha un gioco chiaro e riconoscibile, i tifosi ormai conoscono a memoria la formazione, i cambi risultano sempre centrati, ancorché tardivi nella percezione di una critica più vicina ad un luogo comune che ad una verita, almeno per ora. Non ricordo un solo allenatore dell’Inter e non solo, a cui sia mancata l’accusa di aver sbagliato i cambi o di averli fatti in ritardo.

La rivelazione di questa stagione è Skriniar. È vero che anche Miranda, il primo anno, diede vita con Miranda ad aggettivi entusiasti e il pronostico di un futuro radioso. Murillo non era scarso ma aveva paurosi passaggi a vuoto. Skriniar fino ad ora dimostra di avere testa, istinto e ambizione e se è anche in grado di essere leader del reparto lo capiremo già dalla partita col Chievo, quando vicino a lui giocherà probabilmente Ranocchia per la squalifica di Miranda.

L’Inter segna quasi tutti i suoi gol capitalizzandoli dentro l’area (93%). Poche conclusioni davvero pericolose da fuori che centrano lo specchio della porta (su 175 tiri ben 107 tra i pali) spiegano in parte il 7% delle marcature con tiri dalla distanza. A proposito di gol segnati la squadra va forte a metà primo tempo, tra il 16° e il 30° 6 gol realizzati, e soprattutto nell’ultimo quarto d’ora (12 gol siglati) Il punto relativamente debole dell’Inter è all’inizio della ripresa ma solo perché dei 10 gol subiti ne ha presi 3 tra il 46° e il 60°. La partita con il Cagliari, esattamente come quelle con Crotone, Benevento, Verona e Bologna, dimostra che con le squadre di bassa classifica l’Inter riesce a vincere ma con un solo gol di scarto, andando in sofferenza e senza mai imporre il proprio gioco. Con i sardi la prima mezz’ora è stata mediocre, il resto della gara, gol subito a parte (oltretutto identico a quello realizzato da Icardi nel derby), è stata di gestione ordinaria, cinismo e possesso palla.

Confrontando i dati di quest’anno con quello delle stagioni precedenti, emerge soprattutto che siano finalmente aumentate quasi esponenzialmente le verticalizzazioni, diminuito sensibilmente il gioco in orizzontale e abbattuto il lancio lungo come soluzione. Spalletti ha restituito Nagatomo al senso del calcio, riproposto credibilmente Santon, sta gestendo il malumore di Joao Mario che resta però un possibile partente, ci si aspetta che anche Ranocchia giochi senza più la paura della sua ombra visto che i piedi li avrebbe. Fa piacere che i tifosi siano più che soddisfatti del rendimento della squadra ma che Spalletti e Icardi siano consapevoli dei problemi da risolvere e dell’anomalia di questo campionato. Il tecnico ha portato in conferenza stampa la tabella con il rendimento delle prime cinque, dimostrando di capire quanto la squadra sia tanto vicina al sogno, quanto ad un piazzamento deludente per l’alto livello di competitività delle prime cinque.

Icardi a fine partita ha parlato di problemi nel gioco col Cagliari che in settimana si tenterà di risolvere. In passato sembrava prevalere una forma di incomprensibile appagamento, di accettazione di un rendimento invece inaccettabile. L’Inter oggi è questa. Godiamocela. Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 27 novembre 2017 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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