Mazzarri non è Mario Monti e quindi "niente rigore". Ma così non c'è nemmeno la "crescita". Al di là della metafora socio-economica, una squadra cantiere vive soprattutto di entusiasmi, e se tali vengono tarpati sistematicamente, i difetti di gioco emergono con più forza. Personalmente la questione arbitrale mi annoia, anche se di fronte ad una svista contro la Beneamata ammetto di reagire con il classico braccio proteso accompagnato dall'insulto greve, se invece è l'Inter a beneficiare di un errore arbitrale palese (avevo i calzoni corti), provo imbarazzo. E comunque non mi piacciono quelli che vedono sistematicamente il complotto dietro l'angolo. Sono un buono, questione di carattere. Allora che vuoi, direte voi?  E' che dopo una serie così lunga di episodi contro e nessuno a favore, inizia a urtarmi pesantemente il ritornello che recita: "Eh va beh, ma non puoi attaccarti all'arbitro. Questa Inter non si può guardare...".

Ma questo non si può sentire. Il minimizzare ha prodotto, nella storia, le grandi dittature. Nel calcio ha prodotto Calciopoli.  Detto questo, mi pare chiaro che gli attuali arbitri, per ultimo il signor Tommasi di Bassano del Grappa e quindi compesano del grande Agnolin, non siano certo manovrati da cupole e associazioni a delinquere, ma l'Inter sta pagando qualcosa di estremamente fastidioso. Nel nostro paese si rispetta solo chi conta e anche chi merita, per gli altri c'è posto in "terza fumatori". L'Inter non conta più o conta molto poco. Quindi un arbitro può anche non essere molto concentrato quando un giocatore con la maglia nerazzurra cade in area e un assistente di linea può anche pensare a cosa mangiare più tardi mentre un giocatore dell'Inter mette la palla in rete con la possibiilità del fuorigioco. Mi auguro che l'assistente di lunedì, quello in posizione assolutamente parallela a Nagatomo, assolutamente in posizione regolare, abbia poi mangiato bene. 

Oltre il danno, la beffa. Perché o sei un contestatore degli arbitri di professione e allora il pagnisteo non fa notizia, oppure, come nal caso dell'Inter, quando decidi di alzare la voce, ti prendono per visionario. Ricorderete le accuse dei perbenisti di palazzo a Moratti per le esternazioni dopo il famigerato Inter-Cagliari della scorsa stagione (rigore clamoroso non fischiato per fallo su Ranocchia allo scadere e partita pareggiata). Mazzarri, lui si storicamente incline alla protesta, ora cerca di fare training autogeno, dice e non dice, sperando, forse, che sia la società ad urlare. Dopo Inter-Chievo, l'ennesima partita arbitrata con poco rispetto per i colori nerazzurri, ha detto qualcosa il direttore generale Fassone, parlando di errore grave e di riflessioni da fare. Attendiamo la tirata d'orecchie da parte di quelli che comprendono solo le lamentele degli altri. Ma così si rischia di infilarsi in un tunnel senza fine. Il rimedio c'è per meritare il rispetto: tornare a contare. Sul campo. E allora presidente Thohir, faccia uno sforzo, renda la squadra più competitiva. A prova di errori arbitrali.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 15 gennaio 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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