Ormai ci siamo: andato agli archivi anche questo Ferragosto, adesso ogni momento può essere quello buono. Buono per il rinnovamento epocale annunciato ormai da mesi, e che ormai ha assunto quasi i toni di una telenovela; ma ora, in questa seconda metà di agosto, tutto sarà apparecchiato per la nuova era nerazzurra. Erick Thohir, il magnate indonesiano che ormai il mondo nerazzurro e non solo ha imparato a conoscere pressoché a menadito, potrebbe diventare già nei prossimi giorni, sicuramente entro fine settembre, il nuovo proprietario del pacchetto di maggioranza. I suoi avvocati e quelli di Massimo Moratti lavoreranno nelle prossime ore per limare anche le ultime differenze e arrivare alla storica fumata bianca.
Manca pochissimo, quindi, all’arrivo del numero uno di Mahaka Media, primo leader straniero in 105 anni di storia dell’Inter: forse, è solo il destino che sta facendo il suo corso, visto e considerato che la stessa Inter nasce con la definizione di “fratelli del mondo”. E anche se non rappresenta il primo proprietario in assoluto di un club calcistico in Italia, l’avvento di Thohir, insieme al suo staff di uomini di fiducia, dal partner numero uno Rosan Perkana Roeslani passando per altri nomi come Jason Levien, riapparso in orbita Inter in queste ultime ore, rappresenta comune una rivoluzione per questa squadra e per il calcio italiano in sé, che accoglie un imprenditorie dalle grandi risorse finanziare e soprattutto dalle grandi conoscenze in materia di sport e sport-business. Thohir che crede in questa squadra e vuole dedicarci anima e corpo, al punto da procedere col disimpegno dai Philadelphia 76ers, franchigia Nba della quale deteneva una quota di minoranza, per focalizzarsi esclusivamente sul calcio.
Erick Thohir uomo dal quale la maggioranza dei tifosi nerazzurri si aspettano soprattutto una cosa: il grande rilancio dell’Inter. Rilancio che rientra evidentemente nei piani anche a brevissimo termine del Mogul, che non appena ufficializzato il suo insediamento lavorerà in modo particolare per rilanciare nel mondo il marchio nerazzurro, oltre ovviamente a un ridisegno dell’assetto manageriale attraverso l’introduzione di figure nuove, gente di fiducia che possa dare a questa società un’impronta in chiave ultra-moderna. Ma i tifosi, prima di ogni cosa, intendono rilancio per la squadra, a partire dal mercato: gli ultimi anni di risultati deludenti, di acquisti non azzeccati, di performance lontane dal blasone del club, hanno lasciato un segno profondo, indubbiamente.
E allora, l’arrivo di un proprietario dai grandi mezzi finanziari viene immediatamente salutato come manna dal cielo, perché con l’arrivo di nuovi capitali il tifoso si aspetta il ritorno di un’Inter competitiva sul mercato come da tempo non accade; magari non per assicurarsi subito tutti i famigerati ‘top player’, ma almeno per trovare sulla piazza nomi comunque di rilievo, acquisti che non sembrano improvvisati ma davvero funzionali alle esigenze della squadra, soprattutto senza dover guardare per forza a quanto c’è in tasca. Aspettative tipiche di un cambio di proprietà, specie dopo i precedenti degli ultimi anni avvenuti all’estero, che però non collimano con quelle che sembrano essere le intenzioni di Thohir, che non potrà intervenire da subito nella campagna acquisti e che quando lo farà lo farà senza spendere cifre folli. Occorre la dovuta cautela, ma l’obiettivo dichiarato è riportare l’Inter tra i 10 top club del mondo e Thohir, uno cui non piace perdere, farà il possibile per perseguirlo, l’importante sarà consentirglielo nei tempi giusti.
In tutto questo fremere, però, nessuno pare aver dimenticato l’altro protagonista di questa convulsa trattativa vicenda, vale a dire il presidente e proprietario in carica Massimo Moratti. Anzi, negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli al numero uno di Corso Vittorio Emanuele, personaggio che ha scritto una pagina indelebile nella storia dell’Inter, tale da indurre tanta gente a chiedergli di non mollare: a partire dal capitano Javier Zanetti, arrivando all’ultima voce, quella dell’ex difensore nerazzurro Sinisa Mihajlovic. Passando anche da personaggi più o meno istituzionali come l’assessore Antonio Rossi o l’ex presidente Ernesto Pellegrini, in tanti hanno chiesto a Moratti di non mollare, perché l’Inter è lui e nessuno riesce a immaginare l’Inter senza i Moratti al comando.
Una simbiosi fortissima creatasi durante questi 18 anni, raccontati a più riprese: la famiglia Moratti e l’Inter appaiono come qualcosa di inscindibile, visti l’amore e la devozione che il padre Angelo negli anni ’60 e il figlio Massimo dal 1995 a oggi hanno dedicato alla squadra. Tante, troppe storie, per poter immaginare che un giorno tutto possa finire perché arriva qualcuno da un Paese lontano che magari non tratterà l’Inter allo stesso modo. Ma ormai il destino è segnato: forse è solo questione di abitudine, servirà un po’ di tempo per poter identificare Erick Thohir con l’Inter. La figura di Massimo Moratti rimarrà leggendaria, ma visto il contesto forse andare avanti a certe condizioni diventava impossibile. L’amore sì, conta, e quello di Moratti per la sua Inter mai mancherà. Ma purtroppo o per fortuna, c’è un futuro che chiama…
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