Pep Guardiola, Xavi Hernandez e Luciano Spalletti. Sono stati questi i tre voti dati da Romelu Lukaku per il premio di miglior allenatore del 2023 nell'ambito del 'FIFA The Best'. E la decisione ha fatto parecchio rumore. Se non altro perché tra i papabili il lizza c'era anche Simone Inzaghi, allenatore dell'Inter ed ex guida tecnica di Big Rom in nerazzurro nella stagione che ha riportato il Biscione a giocarsi una finale di Champions League a 13 anni di distanza dalla leggendaria notte di Madrid che portò il Triplete a Milano sotto la guida di José Mourinho, fresco di esonero in quel di Roma. 

La classifica finale svelata nella cornice dell'Eventim Apollo Theatre di Londra ha visto trionfare proprio Guardiola, giustiziere dell'Inter nella finalissima di Istanbul e reduce da un Treble storico per la storia del Manchester City. Un riconoscimento meritato, così come il secondo posto centrato da Spalletti dopo l'impresa scudetto sulla panchina del Napoli. Sul gradino più basso del podio, invece, alla fine si è piazzato il Demone di Piacenza, con buona pace di Lukaku e dei suoi capricci. Non è la prima volta che il belga 'tradisce' Inzaghi: prima le parole al miele e le promesse di permanenza davanti alle telecamere nell'immediato post-Conte seguite dalla vile fuga a Londra per riabbracciare il Chelsea, poi il ritorno a Milano con lo zampino sulla Champions persa (per il quale avrebbe meritato probabilmente il premio FIFA come miglior portiere) e il matrimonio con la Roma. Dove ora ha perfino paura di presentarsi al dischetto se si gioca a San Siro, stadio che l'ha amato e fatto diventare King di Milano prima di ricoprirlo di fischi e farlo tornare umano

Che dietro la decisione di Rom di non votare Inzaghi ci sia proprio la mancata titolarità nella finale di Champions League è un dubbio che hanno avuto in molti, ma la sostanza non cambia la storia. Adesso Inzaghi sta facendo volare il suo 'erede' Marcus Thuram e il suo ex amico Lautaro Martinez, ma soprattutto è riconosciuto come un allenatore top a livello europeo ("Soltanto io so come è stata dura giocare la finale di Champions contro la tua Inter, una squadra meravigliosa", l'ultimo attestato di stima di Guardiola), mentre Lukaku sa già che al 99% questa estate farà di nuovo ritorno al Chelsea, dove adesso rappresenta un peso - non solo economico - ed è odiato dalla sua stessa tifoseria. Come successo nella Milano nerazzurra o sulla sponda red di Manchester. Conclusione: Inzaghi non ha bisogno di Lukaku. E neanche del suo (non) voto.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 17 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print