No, un finale o meglio una finale così non ce l'aspettavamo. Inizia forte, fortissimo l'Argentina che domina la spenta Francia e la trafigge come un coltello nel camembert: prima Di Maria fa fesso, pardon, secco Dembelé che lo stende regalando il rigore a Messi, figuratevi se il più forte di sempre si lasciava sfuggire l'occasione più facile di tutte per mettere la sua firma anche nell'ultima apparizione nel torneo, poi il Fideo finalizza in rete al termine di un'azione corale con ancora il diez ad assumere il ruolo di direttore dell'orchestra di Scaloni. Raddoppio albiceleste e tutti à la maison, anzi no: mentre Adani negli studi Rai era già pronto a stappare lo spumante delle Pampas, ecco illuminarsi la stella di Mbappé, autore dell'uno-due micidiale in 93 secondi che rimanda sul pianeta Terra l'Argentina, il primo su rigore, l'altro in sforbiciata di destro a battere per la seconda volta il Dibu Martinez. Non è ancora il momento di festeggiare per la Selección, in tribuna Macron non vede l'ora di gustarsi pure i supplementari.

Al 102' Scaloni decide che è arrivato il momento di Lautaro Martinez. Il Toro subentra a colui che gli ha soffiato il posto, Julian Alvarez, e suona subito la carica con due occasioni limpide nell'area di rigore dei transalpini, la prima murata dal tackle à la Koulibaly di Upamecano, la seconda un colpo di testa sbilenco sul fondo da 'Mai dire gol'. Lautaro non si arrende ma la sua botta di destro stavolta trova il riflesso di Lloris, una respinta talmente impegnativa che diventa un assist per Messi che logicamente nemmeno da lì può sbagliare. Doppietta per la Pulce, Argentina di nuovo a un passo dal trionfo e ancora Mbappé sull'altro fronte a rispondergli puntualmente dagli undici metri per il 3-3 che manda la finalissima di Qatar 2022 ai rigori. Nall'Albiceleste non sbaglia nessuno: Messi apre la serie chiudendo la tripletta personale, poi Dybala, Paredes fino al penalty conclusivo di Montiel, per Deschamps decisivi gli errori di Coman e Tchouameni in mezzo al poker dell'infallibile Mbappé e al quarto rigore realizzato da Kolo Muani. Lautaro probabilmente avrebbe calciato il quinto dei suoi come contro l'Olanda, ma corre ad abbracciare Montiel e ad esultare come se dentro la serie di rigori ci avesse messo dentro anche del suo. Sì, c'è molto dello spirito inarrendevole dell'interista Lautaro in quest'Argentina campione del mondo 36 anni dopo Maradona.

Chissà come si sarà divertito anche l'ex presidente Moratti che prima sognava di portare Messi a Milano, poi negli ultimi anni aveva applaudito anche Mbappé, pur allontanando i paragoni con l'ex Fenomeno Ronaldo, paragonandolo invece a Garrincha perché "quando parte puoi solo sparargli, sempre se riesci a metterlo nel mirino". Da Milano Inzaghi avrà mandato a Lautaro lo stesso incitamento che aveva già dato a Lukaku dopo le clamorose palle gol fallite con il Belgio, spiegandogli che se le occasioni capitano c'è solo da stare tranquilli (loro sono attaccanti e ne capiscono meglio di noi). Ora per Lauti è giusto godersi il suo trionfo in Qatar, sebbene non con le gerarchie che si era prefissato alla partenza, ma comunque come tassello decisivo nelle mosse a gara in corso di Scaloni, vedi rigore contro l'Olanda e l'impatto dopo il suo ingresso contro la Francia. La LuLa si riformerà ad Appiano dove intanto Big Rom ha già iniziato a scaldare i motori. Giovedì sera il primo test per il belga al Granillo contro la Reggina, poi il Sassuolo il 29 dicembre e  il 4 gennaio sarà di nuovo Serie A. E che Serie A: Inter-Napoli a San Siro ed è già una finale, non Mondiale, ma per dare il via alla rimonta quasi impossibile in campionato. E chissà che Lautaro e gli altri cinque nerazzurri impegnati quasi fino in fondo in Qatar non sappiano adesso come si fa.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 dicembre 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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