Ora che è tornato Thohir l’Inter pensa apertamente al mercato. Ma le scelte che verranno fatte sono delicate. Ci sono stagioni in cui tutto quello che accade nel bene e nel male sembra facilmente imputabile alle capacità di giocatori, allenatori e dirigenti. 
Se la stagione è ottima o pessima la distribuzione dei valori da parte di tifosi e opinione pubblica procede seguendo un rigido e banalissimo copione. Ho sempre pensato che è assurdo pensare che una squadra che vince abbia sempre una dispersione di aggettivi entusiasti mentre se perde si parli sempre di squadra mediocre e allenatore non all'altezza. 
Il calcio, insieme ai suoi segreti, è molto meno banale di quanto molta gente, che proclama la propria competenza, supponga e la stagione dell'Inter di quest'anno è una di quelle che può rivelarsi scivolosa nel giudizio delle proprie componenti.

Non ci sono più forche come lo scorso anno, solo delle perplessità verso qualche giocatore ma, in generale, non si hanno più bianchi e neri come le precedenti stagioni.

Ora i giudizi sono grigi, sospesi, pieni di speranza. Ma quello che deve premere e a tutti è giudicare chi può portare l'Inter a vincere e chi invece è destinato a rimanere un buon giocatore ma nulla più.

La difesa ha un giocatore che rappresenta i perfetti esempi di come si possano avere certezze. Campagnaro è qui da pochi mesi ed è considerato già un leader. Ha 33 anni, non è un fenomeno ma è un giocatore che sa quello che deve fare ed è un punto di riferimento. Allo stesso tempo siamo tutti d’accordo che Pereira, con tutte le occasioni che sta avendo, non convince mai. Il motivo è imputabile alla mancanza di sicurezza, a un senso di disagio ogni volta che entra in campo e alla distanza siderale che lo divide da concetto di ordine tattico.

Il problema è giudicare Ranocchia, perché è un difensore di cui si parla bene da anni ma non decolla definitivamente. Mantiene quel linguaggio del corpo che lo rende elegante e insieme poco determinato. Un giocatore che ha più talento stilistico di qualunque difensore della Juventus e che vale meno proprio per la cattiveria che non sembra far parte del bagaglio professionale.

Juan Jesus alterna partite intense ad altre più svagate ma sembra in crescita, ha 22 anni e la sua fisicità sembra essere meno irruente. Convince più di Ranocchia per la personalità. Rolando è un discreto giocatore, ha 28 anni e dovrebbe aver raggiunto da tempo la sua maturità. Mazzarri lo ha rilanciato e sembra affidabile. E’ un'ottima alternativa.

Faccio fatica a vedere Taider come un titolare. Si tratta di un centrocampista di gran dinamismo, fa movimento, copre e partecipa alla costruzione del gioco. Fa tutto abbastanza bene ma per vincere l’Inter ha bisogno di un corazziere con piedi buoni. E’ possibile che un 21enne come lui possa solo crescere. Quello che non so è quanto. L’Inter crede in lui, ha un contratto che scade nel 2017. 
Guarin è un giocatore che sta dividendo tifosi e giornalisti. Personalmente mi provoca esaurimenti nervosi nel corso dei 90 minuti, molte delle sue incomprensibili giocate vanno somministrate con cautela e invece lui le propone con incoscienza demoralizzante.
Guarin avrebbe tutto ma rende la metà. Mi ricorda dei ragazzi che vengono a giocare a calcio con noi. Come loro Guarin corre, si propone, insegue, recupera palloni e tira da ogni posizione. Appunto. Poi in squadra c’è chi fa meno chilometri di lui ma si dispone meglio tatticamente, usa i tempi di gioco con più assennatezza e rende più armonici i movimenti della squadra. Guarin invece si comporta come Stephane Dalmat, senza assentarsi così tanto come faceva il francese (che aveva più talento). Ma se arriva a 27 anni e non è il leader indiscusso di questa squadra, con i mezzi di cui dispone, significa che resterà un giocatore forte ma irrisolto. Da avere in squadra ma su cui non contare per vincere.

Jonathan mi stupisce ogni settimana di più. E non so ancora cosa pensare di un giocatore che continua a crescere. Quello che vedo è un laterale che può persino migliorare. Ne riparleremo.

Alvarez è un meraviglioso costruttore di gioco. Sa giocare in diversi ruoli e deve adattarsi alle necessità dei suoi allenatori subendo critiche da chi lo vorrebbe più concreto. Quello che nessuno vede è che lo scorso anno poteva lanciare il solo Rocchi e quest’anno il solo Palacio. quando gli daranno due attaccanti come riferimento qualcuno avrà ulteriori sorprese.

Non capisco invece il caso Kovacic. Incomprensibile come in tre mesi il talento del 19enne croato (19!) sia stato messo in discussione per alcune prestazioni che non sono parse convincenti. In 9 mesi e mezzo di Inter ha avuto un rendimento fuori dal comune. Poi ha subito un infortunio che gli ha fatto perdere la preparazione, è rientrato, ha avuto una leggera ricaduta, tornato di nuovo è stato piazzato in un ruolo diverso, ha perso dei riferimenti e ha giocato solo 2 partite come titolare. Mateo è uno di quei giovani che gli interisti dovrebbero coccolare e incoraggiare. Ma l’atavico vizio di voler cedere giocatori di talento con motivazioni pretestuose sembra permanere nell’ambiente nerazzurro che forse ascolta masochisticamente i giudizi taglienti di qualche insider. Piccoli Pirlo crescono?

Su Belfodil non è facile avere un giudizio anche solo parziale. Col Cagliari si è mosso bene e ha cercato delle iniziative. Ma come può trovare continuità e sicurezza un giocatore che viene impiegato solo 6 partite con un minutaggio che va dai 6 minuti giocati col Bologna ai 30 col Torino?

Di Icardi capiremo il suo valore quando tornerà in campo e avrà esaurito l’entusiasmo per Wanda Nara, insieme a quello per Twitter. Se il comportamento esuberante tenuto fuori dal campo fa dubitare sulle sue prospettive c’è da tenere a mente il buon impatto che ha avuto in partite in cui, pur entrando a freddo, ha dato un contributo importante, su tutte la gara con la Juventus. 
In definitiva sto incrociando le dita perché venga protetto il talento in rosa. Ma molti di quelli che non riescono mai a cambiare idea riflettano su quanto si sbagliavano riguardo a Jonathan e Alvarez.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 30 novembre 2013 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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