Brutta e senz'anima, prendendo spunto non da Cocciante ma dall'ennesima scocciante prova di non-squadra, o meglio di squadra mediocre che non può avere nulla da spartire con il Napoli del terzo scudetto e che anzi deve stare molto attenta a non scherzare con il fuoco delle inseguitrici in zona Champions. Poi ha iniziato a piovere, anzi ben prima del calcio d'inizio, tant'è che il campo inzuppato ha reso praticamente impossibile per l'Inter affidarsi ai suoi consueti schemi di manovra, complice un Bologna ben più propenso a farsi suo amico il meteo e che sul terreno di gioco fluido ci ha sguazzato. Il calcio ancor più liquido di Thiago Motta dà una lezione a quello monotematico di Inzaghi, che evidentemente non conosce alternative e quando è chiamato a superare gli ostacoli anziché esaltarsi si deprime.

Il tecnico dei nerazzurri già alla vigilia della sfida sapeva di dover fare a meno di Skriniar e Dimarco, in ogni caso attua ben cinque i cambi rispetto all'undici titolare che mercoledì scorso era riuscito a superare il Porto, seppure con l'aiuto dell'ingenuità di Otavio. Thiago Motta senza Arnautovic fa guidare gli assalti all'area avversaria a Orsolini, Ferguson e Soriano, mentre Barrow appare e scompare da una parte e dall'altra del fronte offensivo, con De Vrij che si domanda dove stia il trucco. La spinta dei due terzini e gli inserimenti di Dominguez completano l'opera maestra nel primo tempo dei rossoblu, che rientrano lentamente negli spogliatoi riflettendo a testa bassa sulle occasioni sprecate, mentre gli undici di Inzaghi corrono subito dentro per asciugarsi. Nell'intervallo ci sarebbe molto da dire e da cambiare, ma l'unica mossa è quella di Acerbi al posto dell'ammonito De Vrij.

Calhanoglu e Mkhitaryan con Brozovic capitano dello sbandamento collettivo sono una mediana troppo leziosa e poco concreta, un governo tecnico che non porta né idee né soluzioni per modificare l'andazzo della gara. Inzaghi vara altre due sostituzioni scontate, fuori l'armeno per Barella e Lukaku che stavolta gonfia meno il petto lasciando il posto a Dzeko, poi la quarta con D'Ambrosio che subentra a Dumfries. I nerazzurri attivano così la modalità "arrembaggio" ma stavolta senza nemmeno troppa convinzione. Basta un errore nella mancata intesa fra il 33 e il 23 per far luce sulle voragini aperte davanti a Onana, a partire da un filtro totalmente assente e dal vuoto che si crea fra il centrale di difesa e i braccetti. Orsolini fa il Sansone della situazione, Carboni subentra a Brozovic giusto prima che il sipario cali. A Bologna dieci mesi fa era tutta colpa di Radu?

P.S. Il dna europeo di Thiago Motta deve aver contagiato i suoi uomini, che da settimi in classifica possono ambire a traguardi più prestigiosi dello scorso tredicesimo posto. Sette è anche il numero delle sconfitte subite dall'Inter in questo campionato, quante quelle incassate nelle intere due annate con Conte. Il giudizio sul tecnico ex Tripletista lo conoscete già.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 27 febbraio 2023 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
vedi letture
Print