Personalmente non amo il calciomercato e le continue fughe di notizie. Colleghi che si scannano in continuazione per primeggiare sulle notizie, tifosi che si scannano perché la squadra rivale ha mandato a segno un colpo di mercato. Giudizi affrettati, deduzioni astratte e considerazioni precoci perché non si sa ancora in che direzione andare. Nell’universo del calciomercato è preferibile utilizzare il pathos, tipico delle contingenze controverse e del conflitto: gli argomenti di quella sfera sono solitamente privi di logica.

Il successo comunicativo risiede nella capacità strutturale del comunicatore di riuscire ad entrare in empatia con l’interlocutore attraverso le emozioni. Così si paventano acquisti e cessioni di rilievo, a suon di bandierine, freccette, emoticon e slogan, per un pugno di like e condivisioni in più.

Come è accaduto nel corso di questo venerdì: esce la notizia che il Milan ha comprato Okafor, impazzano i commenti, oggettivamente poco sensati, di chi già trae giudizi definitivi. Colleghi che si trasformano in influencer da social network per arrivare prima della concorrenza nell'atto dello sparare i proiettili: così la professione si svaluta, ci si allontana dai confini dell’accettabile e si perde, ahimé, l’enorme fascino originario del nostro mestiere. Oltre a disorientarne le letture dei tifosi, che finiscono in un caotico turbinio da cui è parecchio complicato uscire.

Questo è il solito periodo dell’anno, il periodo dove la gente dovrebbe rilassarsi davanti a una bella birra ghiacciata e pensare a gasarsi in vista della stagione che sta per arrivare, anziché fare i conti in tasca a questa o quella proprietà con discorsi populisti, che puntano a sollecitare le emozioni del pubblico, più che a farlo ragionare secondo la logica. Non accade solo nel calciomercato, purtroppo, ma nell'agorà dei dibattiti di pubblico dominio.

I calciofili amanti del prato verde attendono l’inizio stagionale con impazienza, analizzando le prime mosse di Simone Inzaghi e i nuovi acquisti visti all’opera contro Lugano e Pergolettese. Il resto può solo aspettare, anche perché sarà sempre e solo il campo a fornire gli indizi (e i giudizi) definitivi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 luglio 2023 alle 00:01
Autore: Niccolò Anfosso
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