Due giorni all'inizio del campionato, due giorni all'inizio di una nuova stagione che come tutte porta con sé speranze, sogni, ma anche preoccupazioni. E forse non sembra vero dopo tutto quello che è successo questa estate, forse una delle più turbolente che memoria di tifoso ricordi: il cambio di proprietà prima e quello tecnico poi, hanno praticamente ribaltato la guida della squadra, che fortunatamente almeno dal punto di vista degli interpreti è rimasta quasi la stessa. Ed è proprio questo che preoccupa maggiormente alcuni tifosi: quattro nuovi acquisti basteranno per rinforzare una rosa che l'anno scorso è arrivata al quarto posto (almeno da qui a domenica resteranno 4 quelli ufficiali)?

Partiamo da un dato di fatto: la Juventus è ancor più di un altro pianeta, e dopo la campagna acquisti assomiglia sempre più alle big d'Europa piuttosto che alle altre pretendenti italiane allo scudetto. E' l'amara verità, anche se poi sarà come sempre il campo a dare il suo verdetto. Ma l'Inter a mio avviso può giocarsi gli altri due posti rimasti per tornare in Champions League. Questo perché il centrocampo si è arricchito della classe di Banega e la concretezza di Candreva (che è un esterno d'attacco ma sa agire in più posizioni dalla metà campo in su), e in difesa sono arrivati due buoni interpreti sugli esterni come Ansaldi ed Erkin, lì dove serviva. Solo l'attacco resta praticamente invariato, ma qui mi permetto una digressione personale.

De Boer può contare su Icardi punta centrale inamovibile (vista anche la telenovela col Napoli e la decisione di non mollare di un centrimetro, almeno fin qui) e una serie di alternative al suo fianco di assoluta qualità: Perisic, Eder, Jovetic, Biabiany, Palacio, lo stesso Candreva possono assicurare classe e quantità sia nel 4-2-3-1 sia nel 4-3-3. Con Mancini si segnava poco? Sì ma è pur vero, come scrivevo qualche settimana fa, che l'allenatore jesino non ha quasi mai schierato lo stesso undici ruotando in maniera quasi sistematica i vari attaccanti a sua disposizione (compreso Ljajic) con il risutlato di non dare una fisionomia al suo attacco. Sulla carta un attacco Perisic-Icardi-Jovetic a mio avviso non ha nulla da invidiare alle altre predentendi ai primi posti.

Ecco perché non capisco l'accanimento a centrocampo su un giocatore come Joao Mario, che avrà certamente dalla sua la giovane età e la qualità, ma spendere 50 milioni per un solo giocatore, che tra l'altro, in verità, non vale oggi quella cifra, con la spada di Damocle del Fair Play Finanziario, non la ritengo una scelta eccezionale. Soprattutto potendo contare su gente come Medel, Brozovic, Banega e Kondogbia, per citarne alcuni. Certo, partisse un big in quel settore (Brozovic?) allora si potrebbe pensare di reinvestire il ricavato su un grosso nome, ma altrimenti si può anche star bene così. Piuttosto in prospettiva avrebbe più senso investire su un Gabigol, per dirne uno, in un attacco dove Palacio è ormai a fine carriera e a parte Icardi e in parte Jovetic (rimarrà?) non gode di interpreti dalle prospettive particolarmente futuribili.

In conclusione, quindi, se davvero c'è un settore sul quale a mio avviso andrebbe fatto un consistente investimento, è quello della difesa. Non lo dico banalmente per il risultato delle prime uscite stagionali o per i gol subiti nella scorsa stagione, ma perché dati alla mano gli unici centrali titolari sono Murillo e Miranda, con in panchina i soli Ranocchia e Andreolli, tra l'altro Non particolarmente saldi per un motivo o per l'altro. Ecco, se ci fosse un budget da spendere lo investirei in questa zona di campo, l'unico reparto che prevedo in sofferenza, a partire da Verona dove Murillo sarà assente per squalifica.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 19 agosto 2016 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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