Il sano sfottò è il sale del calcio. E allora incassiamo senza troppi problemi la marea di storie e disegnini dei tifosi rivali che romanzano sui social il calcio di rigore fallito da Lautaro Martinez a Madrid, errore che ha ufficializzato l'eliminazione dell'Inter dalla Champions League. Sì, il Toro ha gettato il pallone alle stelle. E il sogno interista di poter tornare a disputare una finale della Coppa più bella, è fallito. Ma tra quelle stelle colpite dal pallone incriminato, c'è anche la famosa seconda che la Beneamata a maggio si cucirà sul petto. Oddio, e la scaramanzia? Mancano ancora dieci partite, trenta punti in palio, dirà più di qualcuno. Basta. Lasciamolo dire a chi deve dirlo, a chi guida la squadra che ha il dovere di rimanere sul pezzo. Ma il popolo innamorato sciolga le briglie e inizi a preparare una festa immensa.

Sedici punti di vantaggio sul Milan. Diciassette sulla Juventus. A dieci turni dal gong finale. Come si dice nelle trattative di calcio mercato: “Tutto fatto, mancano solo alcuni dettagli e poi la firma”. E per restare in tema, aggiungiamo che le visite mediche le farà chi ora è ancora impegnato a inviare messaggini di scherno. L'Inter che al Civitas Metropolitano non è riuscita a difendere il gol di vantaggio maturato nella gara di andata giocata a San Siro e la perla firmata Dimarco dopo un'azione corale da sogno nella sfida di ritorno di mercoledì sera, può solo recitare il mea culpa. L'Atletico Madrid ha meritato il passaggio perché ha aggredito la partita dal primo all'ultimo minuto con coraggio e ardore, spinta da un pubblico che veramente ha rappresentato il classico dodicesimo uomo in campo. La squadra del Cholo Simeone ha rischiato grosso nel secondo tempo su due contropiede magistrali non finalizzati al meglio da Thuram e Barella e ha trovato la rete che ha spalancato la porta dei supplemenari solo a tre minuti dal termine della gara, recupero escluso. Ma non è stata fortuna, la vittoria i colchoneros l'hanno preparata, cercata e ottenuta, grazie anche ai cambi che hanno determinato il risultato, vedi lo scatenato Depay.

L'Inter è invece apparsa stanca, fisicamente e anche mentalmente e la cosa poteva essere messa in conto vista la stepitosa stagione che i ragazzi di Simone Inzaghi stanno disputando. Alcuni big non sono riusciti ad esprimersi al meglio nella bolgia di Madrid sponda Atletico e solo in pochi spezzoni di gara la squadra nerazzura è riuscita a giocare come sa. Ma che l'Inter sia forte, molto forte, si è visto anche mercoledì, dominando i supplementari, ma non riuscendo più a trovare il guizzo vincente per evitare l'agonia dei calci di rigore. Agonia, non lotteria, perchè ai rigori vince chi tira meglio e loro sono stati più bravi anche in questo. I famosi dettagli che in Champions non lasciano scampo, Chi sbaglia paga, non c'è possibilità di recupero. Il sorteggio ha regalato all'Atletico il Borussia Dortmund e una tra Paris Saint Germain e Barcellona nell'eventuale semifinale. Non era scontato che la stessa sorte sarebbe capitata all'Inter in caso di qualificazione, ma il rimpianto aumenta per quello che poteva succedere anche in questa stagione a livello europeo. Grazie lo stesso a squadra e allenatore, grazie ai cinquemila tifosi nerazzurri che hanno invaso Madrid, ci si riprova la prossima stagione, con la nuova formula che non prevede più la tradizionale fase a gironi. Sarà meglio o peggio? Staremo a vedere, l'importante è esserci e l'Inter ci sarà.

Ora basta con rimpianti e tristezza, c'è da finire un lavoro. Un lavoro che porterà nella gloriosa bacheca nerazzurra, dopo la Supercoppa conquistata a Rijad, il ventesimo scudetto, quella che regala la seconda stella. Squadra, allenatore e società meriteranno un grande festa di popolo, purtroppo in parte mancata, causa Covid, quando l'Inter di Antonio Conte tornò a laurerarsi campione d'Italia dopo undici lunghi anni di attesa. Domenica sera, Meazza naturalmente sold out per Inter-Napoli, una sorta di passaggio di consegne. I ragazzi e il mister meriteranno solo applausi e il solito, incessante, sostegno. Il countdown è partito. Per noi, non per altri.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 16 marzo 2024 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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