Riecco l'Inter. "Così, de botto, senza senso!", direbbero dalle parti di Roma seocndo un ormai famosissimo meme. E invece, non ce ne voglia Vasco Rossi, un senso ce l'ha. Eccome se ce l'ha. 

Proprio sull'orlo del baratro, Simone Inzaghi ha ripreso in mano il proprio destino e scacciato le voci di esonero che cominciavano ormai a sovrastare quelle di permanenza. Un trittico decisivo Roma-Barcellona-Sassuolo, iniziato malissimo con il ko a San Siro con i giallorossi di Mourinho. Poi? E poi la svolta proprio nel match più difficile. L'1-0 ai catalani ha rappresentato probabilmente lo snodo della stagione, il primo positivo. Dopo un avvio stentato, reso ancor più arduo dagli infortuni pesanti di Lukaku prima e Brozovic poi, adesso la squadra ha ripreso ad avere una fisionomia ben definita e, soprattutto, un'anima. Due indizi non fanno ancora una prova, ma certamente fanno intravedere una tendenza: l'Inter c'è.

C'è l'Inter, soprattutto con la testa e con il cuore. L'essenza della squadra delle ultime stagioni si è rivista lampante. Alcuni avevano derubricato presto il successo sul Barça come casuale, ma quello di Reggio Emilia evidenzia la virtù ritrovata, confermata dalla reazione all'1-1 di Frattesi. Fin qui, molto spesso, Lautaro e compagni si erano smarriti dopo il primo cazzotto, e invece stavolta hanno reagito e mandato ko l'avversario, chiudendo addirittura in gestione e senza correre ulteriori rischi. Un passo in avanti non banale.

Ora la palla torna metaforicamente tra i piedi di Inzaghi, chiamato nuovamente a scelte precise per la partita del Camp Nou. E le prime indiscrezioni fanno capire come la strada imboccata sembra essere quella delle certezze. In porta, ad esempio, stop all'alternanza: bene i discorsi nello spogliatoio di Handanovic, ma tra i pali va Onana. De Vrij è atteso alla conferma ad alti livelli, così come Barella e Calhanoglu. Darmian è un'altra pedina sulla quale poter sempre contare e, in attesa del rientro di Lukaku e Correa, potrebbe spuntare fuori un 3-5-1-1 con Mkhitaryan alle spalle di uno tra Lautaro e Dzeko. Ad ogni modo, al di là degli interpreti, ciò che conta è che Inzaghi abbia ritrovato l'anima dell'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 11 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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