Serata da Champions. Ma anche serata da Inter. Un binomio troppo a lungo spezzato e ripropostosi ieri sera nella sua massima bellezza emotiva. Sei anni sono tanti, al minuto 92 il Meazza ha sfogato tutta la carica accumulata in questo lasso temporale, e in 91 minuti di alta tensione che rischiavano di sfociare, come sabato contro il Parma, nell'ennesima amara delusione. Invece la Champions è Disneyland e mai come poche ore fa il tifoso nerazzurro si è goduto il giro sulla giostra. Con la voglia di risalirci prima possibile, a costo di mettersi in una lunga fila.

Alzi la mano chi, a mente lucida se possibile, non ha ripensato alla pazzesca rimonta di Kiev nel lontano 2009. Partita molto simile: Shevchenko la sblocca con un destro deviato che scavalca Julio Cesar (come Eriksen), ma l'Inter non molla e nel finale la ribalta con Milito e Sneijder. Oppure, sempre in quella edizione, nel 2010, il gol al volo di Cambiasso che regala la vittoria contro il Chelsea al Meazza. Una prodezza simile a quella sfoderata da Icardi. Senza voler peccare di lesa maestà, perché quella era altra è più dorata epoca, mai come oggi l'Inter è riuscita a trasmettere le stesse emozioni che solo una competizione come questa sa regalare. E poi, pensare al sottile filo conduttore che lega quella notte romana di maggio a questa milanese di settembre: Icardi pareggia, Vecino ribalta di testa. Non può essere un caso.

Psicopatologia allo stato puro quella di una squadra che passa da una sconfitta inevitabile a una vittoria inesplicabile, elettrizzante, senza alcuna logica (invece di proporre sempre il Maalox, consigliateci il Prozac se ci volete bene). Come illogica era stata la sconfitta tre giorni prima contro una neopromossa davanti a 60 mila persone.  Sia ben chiaro, non basta una vittoria per cancellare tutti i limiti di questa squadra, ma ottenerla in un modo così empatico, snervante e indescrivibile non può che dare una scossa al torpore vigente in questo primo scorcio di stagione.

Poi, guai a tacere l'importanza di questi tre punti in un girone del genere, dove ogni centimetro concesso all'avversario può costare l'eliminazione. Vincere sarebbe stato fondamentale per guardare con ottimismo al prosieguo della competizione e, si spera, solo più avanti ci si renderà conto di quanto pesanti siano questi punti. La Champions è questa, prendere o lasciare. L'Inter è questa, prendere o lasciare. Le due non possono rimanere separate, rendiamoci conto quello che il calcio ha perso negli ultimi 6 anni. Tutto meraviglioso, come quando la prende Vecino.

VIDEO - MIRACOLO INTER, TRAMONTANA IMPAZZISCE NEL RECUPERO

Sezione: Editoriale / Data: Mer 19 settembre 2018 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
vedi letture
Print