Dopo poco meno di quattro mesi dall’ultimo fischio d’inizio di una gara di Serie A, il countdown della massima competizione italiana ha smesso di scorrere. Per l’Inter di Conte, e ancor di più per Conte stesso, torna la più impegnativa delle sfide: rientrare in corsa per lo scudetto. A -9 dalla Juventus e -8 dalla Lazio, la partita con la Samp è il primo step da sfruttare nel tentativo di recuperare terreno. Una vittoria contro gli uomini di Ranieri significherebbe riaccendere il motore di una macchina che aveva già destato diverse preoccupazioni al pilota, angosce confermate dall’ennesimo ingolfo delle trasferte di Roma e Torino. 

La bandiera rossa sventolata proprio all’indomani di Juventus-Inter, gara corsa su un circuito bagnato dalle contingenze, ha rimischiato le carte, sconquassando un equilibrio di posizioni di partenza. A dettare il rodaggio dei veicoli è la Coppa Italia che all’Inter lascia l’amaro in bocca di un fuori pista dopo il giro più veloce della stagione: una gara cominciata bene e finita nel peggiore dei modi, con un’accelerazione poco gasata e un sorpasso mancato nella curva più facile che è valso il mancato taglio del traguardo. Qualificazioni però al contempo avverse pure per i contendenti, che altrettanto ingolfati perdono terreno e pezzi su un circuito che fino a quel momento era parso facilmente percorribile. Miglior tempo andato in fumo e pole position non più così certa e a vacillare sono anche e soprattutto le convinzioni. 

Se la squadra di Conte convince ma non vince tra le mura del San Paolo, quella di Sarri non vince né convince tra le mura dello Stadium prima e dell’Olimpico dopo. Un gioco poco brillante e ancora meno il risultato, variabili che preoccupano il toscano ma rincuorano il leccese che oggi studia come migliorare il danno del sabato per la grande gara della domenica. Stringere sui tornanti seppur col ginocchio sul cordolo con l’unico obiettivo di non oltrepassarlo e tentare l’allungo nella speranza di un complice cedimento del posteriore di entrambi i corridori lì davanti. Un’impresa non esattamente facile ma di sicuro alla portata del centauro in sella, esperto negli sprint iniziali.

La falsa partenza di Napoli, finita male ma cominciata egregiamente ha dato modo di confidare in un paio di componenti che fino a quel momento sembravano ingranaggi non ancora a lucido, e che al contrario hanno messo in luce una trasformazione energetica del propulsore soddisfacente per pilota e team. Inquadrata la componente Christian Eriksen, a Napoli finalmente rombante come da rodaggio, non finiscono le preoccupazioni per il tecnico nerazzurro che nel bel mezzo dell’ultima qualifica pre gara vede un’altra volta l’albero motore bloccarsi. Dopo l’ennesima cattiva nuova che ha riguardato Stefano Sensi, si ferma ai box anche l’anima pensante dell’Inter: risentimento al muscolo tibiale posteriore della gamba sinistra per Marcelo Brozovic che rischia di saltare tre gare.

Tutto da rivedere su piano tecnico ma anche strategico, e magari Conte come Valentino (Rossi, ndr) penserà che non sia “giusto dover correre con la moto più lenta e che per giunta si rompe sempre”. Ma proprio Conte, a differenza di Valentino, la divisa da meccanico per vedere cosa fare per far andare più forte la moto può e deve indossarla, salvo poi dismettere ogni cattivo pensiero del sabato e tornare a cavalcare al meglio la sua Yamaha perché non c’è più tempo, è già domenica: “Giù la testa nella carena, gas a martello, prima dentro e andiamo”.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 giugno 2020 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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