E beh, il rischio di vedere il copione di alcune partite già viste in questa stagione finite poi in maniera infausta c’è stato. Non tanto per l’arbitraggio ai limiti dell’oltraggio al pudore da parte di Banti, davvero capitato in una serata storta come purtroppo tanti fischietti non appena si sono ritrovati ad arbitrare i nerazzurri (e anche più avanti, come successo a Bologna ad un certo fischietto fiorentino…). No, il rischio l’abbiamo corso anche perché comunque l’Inter sembrava essere scesa in campo con buone intenzioni ma con poco mordente, e soprattutto ricadendo negli stessi errori, come Milito che ormai riesce con inquietante frequenza a divorarsi l’incredibile (stavolta era davanti ai suoi ex tifosi, ma cambia poco). Anche se su di lui ci sta un rosso di Granqvist, che poi si vedrà un gol annullato nella ripresa, grande come un condominio di periferia.

Ecco, appunto, il gol annullato a Granqvist: è da lì che come d’incanto la partita ha svoltato in maniera netta. Vedi Alvarez che dopo un inizio timido comincia a indovinare tutto in geometrie e passaggi, c’è un’asse di centrocampo Cambiasso-Motta che dirige con la solita padronanza di mezzi la mediana. Ma soprattutto, c’è un piccolo giapponese, che già aveva segnato sabato con la Fiorentina e che era andato vicino alla rete già nel primo tempo, che a un certo punto, imbeccato da un cross al contagiri di Alvarez, saluta e bacia Mesto e si invola indisturbato a colpire di testa nella porta di Frey. E’ lui, è Yuto Nagatomo, l’eroe di questa serata importantissima. Eroe non una, ma due, tre, mille volte: dalle sue accelerate sulla sinistra che creano imbarazzo costante alla difesa del Grifone, fino al momento più intenso, quando si sostituisce a Julio Cesar deviando la conclusione pericolosa di Rossi, lasciando poi al portiere il suo mestiere quando nega in volo il gol a Veloso.

Nagatomo fa l’inchino a Zanetti, cosa che gli era mancata con la Fiorentina perché il capitano era assente forzato per squalifica. Ma siamo noi a dovergliene fare cento, di inchini: perché ci aiuta a risalire, ci aiuta a consolidare la nostra posizione nel lato A della graduatoria; soprattutto, ci aiuta a mettere da parte per un bel po’ i cattivi pensieri di questo inizio stagione e i sogghigni malefici di quelli che già si divertivano a decantare nefasti presagi futuri. Certo, c’è ancora qualcosa da migliorare, Ranieri stesso lo ha ammesso, però le sensazioni sono buone, e il calendario può aiutare a rinforzarle prima della sosta natalizia.

In conclusione, nota di merito al tifo genoano: lui soffre, rischia di far male a quella che un tempo era la sua tifoseria, tifoseria che però continua ad amarlo e che quando il Principe ha lasciato il campo a Forlan gli ha tributato una standing ovation davvero stupefacente, cosa rara e bellissima considerando anche che il Genoa aveva già incassato il gol. E consentitemi un incoraggiamento a Marchiori, sentitosi male durante la partita. Forza, ragazzo!

Sezione: Editoriale / Data: Mer 14 dicembre 2011 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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