La memoria è una fedele alleata. La scoppola rimediata a Marassi (0-5) contro la capolista è servita da lezione al bravo Gasperini, che ha disegnato un Genoa perfetto nel return match di San Siro. Una strategia che ha pagato, mantenendo vergine la porta di Amelia, così come era accaduto quindici giorni prima con l’altra genovese, la Sampdoria, anche se in un contesto totalmente differente. Bravo il Grifone, dunque, che ha giocato con grande spirito di sacrificio, frenando l’Inter proprio nei suoi punti di forza: asfissiando Milito ogni volta che il pallone transitava dalle sue parti, frenando le cavalcate di Zanetti e Maicon e impedendo a Stankovic di ragionare. Il resto l’ha fatto l’undici interista, che si è in pratica adagiato sull’atteggiamento tattico rossoblù, giocando con il freno a mano tirato praticamente al massimo.

Non voglio puntare il dito contro una squadra che inevitabilmente ha pagato la stanchezza accumulata negli ultimi tempi, convocazioni in nazionale comprese. Una piccola flessione ci può sempre stare (nel girone di ritorno la squadra di Mourinho è solo quarta…), ma il dato preoccupante è che l’Inter ha confermato di faticare non poco contro retroguardie ben chiuse, e di affidarsi con troppa tranquillità alle qualità dei suoi singoli. Un limite per i campioni d’Italia, soprattutto quando i suoi talenti non sono in serata all’unisono. Così è stato contro il Genoa, ne è venuto fuori uno scialbo 0-0 che difficilmente verrà ricordato a lungo dagli appassionati.

Come tutti gli altri tifosi, non credo di essere fuori luogo quando penso che in questo posticipo serale i nerazzurri abbiano sprecato un’occasione ghiottissima per ristabilire i valori reali della classifica. Roma e Milan si erano in pratica offerti all’altare della capolista, quasi rassegnate a ritrovarsi ancora più in ritardo dopo le 23 di domenica. Invece la buona sorte e la pessima serata dell’Inter hanno restituito il sorriso alle inseguitrici e a chi fa il tifo per un torneo avvincente. Inter-Genoa non lo è stata, ma il campionato italiano oggi si mantiene equilibrato. Lungi da me pensare che i nerazzurri corrano particolari rischi, in Italia sono i più forti e lo dimostreranno da qui alla fine della stagione. Ma non nascondo che mi avrebbe fatto piacere godermi un po’ di mesto silenzio da parte di chi recentemente ha rialzato la cresta e la voce, non sempre guadagnandoselo sul campo. Non faccio nomi, ma chi ha orecchie per intendere e occhi per leggere capirà a quale squadra di Milano mi sto riferendo…

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 marzo 2010 alle 00:01
Autore: Fabio Costantino
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