Simone Inzaghi quest’oggi non comparirà in conferenza stampa. Al suo posto ci sarà Andrea Ranocchia, per un’interessante scelta mediatica che vedremo se poi verrà riproposta anche, con altri calciatori, nelle prossime settimane. Sono sicurissimo però che il mister piacentino avrebbe sostenuto che la sfida contro il Venezia è ora più importante di quelle contro Napoli e Shakhtar Donetsk. Da una parte per non far abbassare la tensione ai suoi giocatori, dall’altra perché… è vero. O meglio, i tre punti in classifica contro i lagunari valgono esattamente quanto quelli ottenuti contro i partenopei. E in questo momento, perdere terreno dopo l’inizio della rincorsa nerazzurra alla testa della A, potrebbe essere deleterio per la graduatoria finale. E semplicemente, per usare un gergo volgare, farebbe girare le scatole a tutti.

Testa e concentrazione massima quindi ai prossimi impegni di campionato e Champions, senza dimenticare comunque quanto di buono ottenuto sinora, riconoscendo i giusti meriti ai calciatori nerazzurri, ma senza però esaltare troppo i campioni d’Italia. Mi spiego meglio: è vero che il passaggio agli ottavi mancava da 10 anni. E che dopo le prime due partite del girone sinistri presagi imperversavano nei pensieri dei tifosi della Beneamata. Ma non scordiamoci anche che l’Inter è… l’Inter! Una società gloriosa, riconosciuta a livello mondiale, con calciatori che figurano nell’elenco per vincere il Pallone d’Oro. Non un’outsider di provincia, insomma. Certo, in estate in Viale della Liberazione sono stati costretti a salutare Lukaku, Hakimi e Conte (senza dimenticare Eriksen), ma la normalità per i nerazzurri – anche per la squadra attuale – deve essere quella di centrale sempre gli ottavi di finale in Champions League, soprattutto se sei testa di serie. Vale per il Biscione, come per la Juventus o il Milan. Se sei un top club, le chiacchiere stanno a zero. Conta il campo. E sul verde devi dimostrare di avere le abilità per difendere l’onore di compagini così blasonate. Altrimenti resta il nome, ma c’è qualcosa che non va.
La bravura dell’Inter di Inzaghi è stata far sembrare semplice un raggruppamento che così semplice poi non era. Ma in ogni caso il tecnico piacentino, con un gioco spumeggiante e la voglia di affermarsi, sta entrando sempre di più nel cuore degli interisti. La finale della Supercoppa Italiana contro la Juventus il prossimo 12 gennaio e l’esito del campionato diranno se potrà addirittura essere pontificato. Intanto però si è messa la prima pietra del cammino, affinché la normalità degli ottavi di finale possa ritornare routinaria. Applausi, ma senza esagerare.






Sezione: Editoriale / Data: Ven 26 novembre 2021 alle 00:01
Autore: Simone Togna
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