Fabio Capello si proietta già alla finalissima di Monaco tra Inter e Psg e, sulla Gazzetta dello Sport, analizza il confronto tra i giocatori delle due squadre.

Yann super, ma Gigio incide come un bomber - Inter e Psg sono davvero in ottime mani. Donnarumma ha qualcosa in più di Sommer quanto a reattività: tra i pali Gigio è fortissimo. Qualche piccola carenza invece, sulle uscite negli ultimi cinque-sei metri. Sommer ha riflessi eccezionali, come ha dimostrato nella semifinale di ritorno contro il Barcellona, ma è soprattutto eccellente nel gioco con i piedi.

Denzel è potenza, che tecnica Hakimi - L’olandese e il marocchino interpretano il ruolo in maniera diversa ma hanno una capacità incredibile di indirizzare le partite delle proprie squadre. 

Acerbi vs Marquinho: sfida tra leader - Se cercate leadership ed esperienza lì dietro, dovete guardare dalle parti di Acerbi e Marquinhos. L’interista comanda la difesa a tre di Inzaghi, compito delicatissimo, e lo fa con grande intelligenza tattica. Marquinhos è un ottimo difensore che ha fatto tesoro della sua esperienza alla Roma.

Pavard è l’uomo in più - Pavard è un calciatore fatto e finito, pronto per sfide come quella che attendono lui e i compagni nella prossima finale di Champions. Anche perché il francese la coppa l’ha già vinta, con il Bayern, e non è l’unica, penso al Mondiale vinto nel 2018: a Istanbul nel 2023 non vestiva ancora la maglia dell’Inter, stavolta potrà essere un valore aggiunto. Occhio però a sottovalutare Pacho...

Bastoni-Mendes: esterni diversi - I sistemi di gioco differenti delle due squadre ci impongono alcuni confronti complicati, come in questo caso. Parliamo di un esterno sinistro classico come Mendes, che ama spingere e mostra qualche lacuna in fase difensiva, e di un centrocampista nel corpo di un difensore, Bastoni. Le posizioni sono diverse, ma in termini assoluti direi che in questo momento ci sono pochi difensori forti come l’interista.

Regia di qualità - Calhanoglu contro Vitinha sarà un concerto di tecnica nel cuore della finale: i registi di Inter e Psg sanno fare tutto e non tremano, vedo grande personalità da entrambe le parti. Sanno, soprattutto, interpretare il ruolo come il loro allenatore richiede, tanto è vero che Inzaghi e Luis Enrique, infortuni permettendo, non vi rinunciano mai. 

Nicolò guerriero a tutto campo. Il rivale ha stoffa - Se Neves continuerà sui ritmi attuali, promette di diventare tutto quello che è... Barella oggi. Ovvero un uomo a tutto campo, con una resistenza fisica fuori dal comune e un dinamismo straordinario. 

Micki sa gestirsi, Ruiz vede la porta - Che spettacolo. Tecnica, dinamismo, intelligenza, gol... Nel repertorio di questa coppia c’è di tutto quello che il centrocampista “perfetto” deve avere, e il bello è che sia Mkhitaryan che Fabian Ruiz sono i tipici calciatori che si esaltano quando la pressione si alza. 

Marcus logora le difese - Altro duello difficile da imbastire, perché — anche se Thuram ha un passato da attaccante laterale in Germania — parliamo di una prima punta e di un esterno offensivo. Marcus è un combattente che ti stordisce a forza di... movimenti. Doué è rapido, bravo nel dribbling e ha carattere: ecco un altro cliente scomodo per Dimarco.

Estro Dembelé, ma il Toro trascina tutti - Due modi diversi di essere bomber. Lautaro magari è meno fantasioso di Dembelé, ma partecipa a tutte le fasi del gioco, è fondamentale per la manovra offensiva dell’Inter ed è un uomo d’area, nato per colpire dove c’è aria di gol. Dembelé è un attaccante che si accende con l’estro.

Kvara ha tutto, i cross di Fede come coltellate - Totalmente differenti ma uguali nella pericolosità, Dimarco e Kvaratskhelia sanno essere letali pur giocando in ruoli diversi. L’interista è impressionante quando si mette in moto sulla fascia sinistra: i suoi cross sono coltellate. Kvara è fantasia allo stato puro, ma anche forza fisica e lucidità al tiro.

Sezione: Copertina / Data: Ven 09 maggio 2025 alle 11:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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