"Il sentimento di vendetta non esiste nel calcio. Loro cercheranno di fare il massimo. Però per noi sarà esattamente lo stesso...". Così Jorge Nuno Pinto da Costa, eterno presidente del Porto, alla Gazzetta dello Sport prima della sfida di Champions da dentro o fuori tra i Dragoes e l'Inter.

All’inizio del suo mandato il calcio italiano era dominante, adesso lo è decisamente meno: come spiega questo declino?
"Sì, è vero: quando sono diventato presidente, il calcio italiano era il più solido del mondo. Il sistema ha beneficiato anche di presidenti del livello di Berlusconi, Moratti, Agnelli, ma ora quel potere si è trasferito in Inghilterra e i vostri club hanno perso rilevanza, anche perché non sono più gestiti da persone con l’esperienza dei nomi che ho citato. Eppure siete sempre tra i migliori e non è mai facile affrontarvi, come dimostra l’Inter. Ma in questi 41 anni di presidenza, il più grande orgoglio è che abbiamo mantenuto sempre competitività in Europa".

Sergio Conceiçao le ha mai parlato del suo amico Inzaghi?
"Sì, il periodo in Italia è stato molto formativo per lui. Non conosco a fondo il lavoro di Inzaghi, ma per allenare uno dei club più grandi d’Europa bisogna avere qualità. Più che il tecnico e i singoli, io dell’Inter temo il collettivo". 

Prima o poi vedremo Sergio in Italia, magari all’Inter?
"Ha competenza e passione per il suo lavoro. È uno dei migliori allenatori del calcio europeo: non lo dico io, ma i risultati. Ha le qualità per lavorare ovunque, ma si trova già nel club giusto e spero che ci rimanga...".

Un anello di collegamento tra Porto e Inter si chiama José: come vede il Mourinho romano?
"Non mi sorprende affatto il suo successo: è ai vertici da più di due decenni e dopo la Roma arriveranno per lui altre grandi sfide e altri grandi club, perché è semplicemente un predestinato". 

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Sezione: Copertina / Data: Lun 13 marzo 2023 alle 08:44
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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