Massimo Moratti è intervenuto a Radio Rai nel programma Giù la maschera, raccontando del suo percorso da presidente. "Le scelte avvenivano più per passione, per tifo, per fare in modo che la squadra fosse forte e il pubblico contento. Questo desiderio di realizzare un sogno personale per tutti rendeva difficile mettere insieme le due cose. Si stava attenti ai numeri, ma si scivolava con qualche acquisto che magari non era previsto e che rendeva la squadra più competitiva".

Guardando all'oggi, invece, l'ex presidente nerazzurro afferma: "Per fare una rivoluzione bisogna capire cos'è il meglio e cosa il peggio. Se si considera la Premier come modello si deve vedere che le proprietà sono tutte straniere. La differenza tra il nostro calcio e il loro è la cultura di fondo totalmente diversa. In Inghilterra il tifoso stesso è un appassionato fortissimo della propria società, non gli importa niente di quel che si dice. Il calciatore è un personaggio, qui da noi: lì rimane un calciatore. Da un punto di vista economico finiremo anche noi, come è successo, nelle mani dei grandi gruppi che avranno una durata finché avranno voglia o possibilità di rimanere. Lo step successivo non so dirlo, ma dovremo passare da questo. Io sono affezionato al campionato italiano e ai campanili italiani, ai tempi in cui si andava a tifare da una città all'altra. Adesso il nemico non è il campanile, ma la Cattedrale di un'altra nazione. Per la mia generazione è un salto difficile, per quelle di oggi è più facile".

Inevitabile un passaggio su San Siro. "Lo stadio di Milano è ancora meraviglioso come stadio, la questione stadi la vedo più come una questione nazionale che non legata a Milano e Roma dove gli stadi sono ancora bellissimi. Io non voglio farmi i fatti di Inter e Milan ma guardando lo stadio è spettacolare. Credo abbia una cosa fondamentale: lo spettatore vede benissimo la partita. Poi si può lavorare sui servizi, ma per conto mio è esagerato abbatterlo. Dopodiché non è il mio mestiere, può darsi che abbiano trovato il sistema per cui con lo stadio nuovo si annullano i debiti".

Infine il discorso scudetto: "Per me l'Inter è molto più forte delle altre. Poi la Juve ti dà fastidio perché ha un modo molto pragmatico e bisogna starci attenti, ma l'Inter dà l'impressione di avere un bel gioco, al di là della praticità. Chi lo vince non lo so, ma l'Inter lo merita. Sta crescendo come la gente si aspettava e suscita un tifo notevole da parte degli interisti".

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Sezione: Copertina / Data: Gio 08 febbraio 2024 alle 11:44
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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