"Non sono stupito che Romelu Lukaku sia tornato a Milano, anzi gli do il bentornato nella sua vera casa. Ma...". Comincia con queste parole la lunga intervista concessa da Jurgen Klinsmann a La Gazzetta dello Sport, che parte dal ritorno di Big Rom.

Ma cosa, Klinsmann?
"Ma bisogna anche aggiungere che niente è scontato... Un pizzico di rischio c’è: anche se è passato solo un anno, questa è un’altra Inter, che gioca in maniera diversa e ha fatto una grande stagione con altri attaccanti come Dzeko e Correa. Adesso per noi interisti sarà importante capire come Romelu si metterà a disposizione ripartendo da zero dentro un sistema diverso: segnando, ci deve riconquistare. Ma non ho dubbi che succederà: è tornato per essere di nuovo felice".

Sarà più Lukaku ad adattarsi al sistema Inzaghi o viceversa?
"Entrambi devono fare un passo. A me Simone piace tanto, cresce bene. Ovviamente, non è ancora un Lippi o un Trapattoni, ma può diventarlo. E su Romelu, che dire? Sappiamo che potenza abbia e avrà anche la motivazione di preparare al top il Mondiale".

Il fatto di non andarci, invece, penalizzerà gli italiani?
"Al contrario, il loro Mondiale sarà l’Inter: non solo con la possibilità di rivincere lo scudetto, ma anche con quella di andare avanti il più possibile in Champions. Questa squadra può riuscirci. L’ho già detto, ma Barella sta diventando sempre più un piccolo Matthäus. E quanto mi piace Bastoni quando porta su la palla con il sinistro: bravissimo!".

Lukaku e Lautaro erano una cosa sola: sarà ancora così?
"Anche lì aspetto la prova del campo, con fiducia pensando al passato. Lautaro è cresciuto tantissimo, è diventato un leader e un goleador con molta più responsabilità".

Sapeva che in mezzo ai due poteva starci pure Dybala?
"Un vero talento, ma dove lo avremmo messo? Non sono dispiaciuto che non sia arrivato perché non c’era lo spazio giusto per inserirlo. La Roma, comunque, con lui ha fatto un colpo".

L’attenzione, però, adesso è sul mercato in uscita: che dice di Skriniar?
"Dico quello che dicono tutti, è importantissimo che resti. Ed è importante anche Gosens: l’anno scorso aveva davanti un mostro come Perisic, ma ora ha campo libero per tornare ai suoi livelli. È un giocatore che non si abbatte e corre, mette le ali: l’Inter vedrà presto il vero Robin".

Chi è la principale rivale della sua Inter?
"Non mi faccia fare i complimenti ai rivali, anche perché lo scudetto mancato mi ha deluso: ne ho parlato per giorni con i miei amici interisti qui a LA anche perché la squadra giocava benissimo. Posso dire, però, che vedo una A modello Premier: ci sono tante squadre che possono vincere. Le milanesi, la Roma, il Napoli e la Juve che ha preso Kostic: lo conosco bene, in Bundesliga faceva la differenza".

Sezione: Copertina / Data: Sab 13 agosto 2022 alle 08:59
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print