Dopo Supercoppa, Coppa Italia, l'Inter raggiunge il terzo obiettivo stagionale e qualificazione in Champions League sia! In attesa di partire per la più importante delle gare degli ultimi tredici anni, la squadra di Simone Inzaghi si prepara ad un pre-Turchia sereno: batte l'Atalanta e si prepara ad un sereno road to Istanbul. Anche quest'anno i nerazzurri si prendono il piazzamento matematico nella competizione continentale più importante e lo fanno con una gara d'anticipo, rendendo a tutti gli effetti la trasfera di Torino pura formalità. Sceneggiatura che sa di monologo quella recitata a San Siro nella prima mezz’ora di gioco durante la quale il pallino è tutto nelle mani dei nerazzurri di casa. Inter guidata da una devastante e indoma LuLa, tornata allo splendore dei fasti contiani che nell’uno-due Lautaro-Lukaku disegna un immediato vantaggio che porta la firma di Lukaku con la partecipazione del solito Lautaro, che prende parte ad un’azione da gol per la 36esima volta in stagione (fino a quel momento). Il copione continua liscio seguendo il solco tracciato dalla squadra d’Inzaghi sin dal fischio d’inizio, ipotesi diventata immediatamente tesi due minuti dal vantaggio con la perseveranza dell’inarrestabile Barella che dopo i due no di Sportiello su Dimarco si fa trovare al posto giusto per approfittare della carambola e insacca il raddoppio. San Siro va in visibilio, eccezion fatta di una polemica Nord che torna alla parola soltanto al 15esimo. Il Meazza sembra Appiano Gentile e quella che agli atti è la 37esima di Serie A sembra un allenamento aperto a 72mila e passa persone. Arriva persino il raddoppio targato Calhanoglu ma il turco, sul diagonale di Acerbi, è in offside e il tris viene annullato tornando sul 2-0. La Dea non resta però a guardare e allo scadere del primo terzo di gara si sveglia dal tepore iniziale costringendo la squadra di casa ad abbassare pressione e baricentro fino al 34esimo quando suona il primo vero grande squillo della gara, con Koopmeiners che manda in corner e un ispirato Scalvini, decisamente più incisivo in fase offensiva che difensiva, che manda di poco a lato. Due minuti di assedio dei bergamaschi che, ritrovata la verve, trovano anche la rete grazie ad amnesia della difesa di casa. Complice il colpo sul tendine d’Achille rifilato da Pasalic sul colpevole a metà D’Ambrosio crollato sotto i tacchetti del croato che abbatte l’ex Torino e segna il 2-1 che per Orsato e Fabbri è da annoverare alle 'botte' consentite. Coerentemente con la prestazione in crescendo della compagine ospite, cambia la musica nel secondo tempo che mette l'ago della bilancia verso un equilibrio mancato in buona parte del primo tempo. Parte forte l'Inter ma l'Atalanta resta attenta e non si lascia sorprendere né domare neppure nell'assedio imbastito dagli interisti che tra il 50esimo e il 60esimo picchiano forte. Al 52esimo altro sprazzo della ritrovata meravigliosa LuLa con il belga che serve un buon diagonale per l'argentino che Toloi spedisce in angolo. Due minuti dopo sono ancora brividi per Sportiello con Bastoni alla ricerca di Big Rom ma ancora una volta non è la volta buona del tris come esattamente nel paio di giri di lancette successivo sul gran tiro di Calhanoglu che trova i guantoni dell'ex Fiorentina, attento anche su Barella al 75esimo. A triplicare e chiudere il discorso qualificazione è ancora una volta quel tanto bramato tandem che un fece brillare gli occhi dei milioni di interisti, oggi tornati indicibilmente felici, Lukaku-Lautaro. Il numero 90 ricambia il favore del primo tempo all'amico e dopo un lampante e prorompente varco apertosi tra le file della difesa orobica, lanci Brozovic che, nell'istante in cui l'estremo difensore avversario tenta l'uscita, serve il diez con un altruismo da manuale che fa esplodere persino un estasiato Simone Inzaghi. È Muriel a far suonare lo squillo dell'orgoglio di una condannata Atalanta, intrappolata dalla matematica in Europa League, che segna il 3-2 scrivendo i titoli di coda della serata.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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