No, no e poi no. Da Beppe Marotta a Simone Inzaghi, tutto l'ambiente ha rifiutato la definizione di match point scudetto per la partita contro l'Atalanta che finalmente ha tolto l'ultimo asterisco vicino al nome Inter. Una squadra che fa un altro sport, tanto da dover ricorrere a un'espressione non calcistica per inquadrare un tricolore che, a livello mediatico, è virtualmente già in bacheca alla 26esima giornata. Con la larga vittoria odierna, la supremazia assoluta nel torneo dei nerazzurri si è trasformata in un numero a due cifre, 12, con un segno '+' davanti, praticamente quattro partite di margine sulla Juve seconda in classifica. Il famigerato recupero di Bologna è un lontano ricordo, questa Inter riesce ad andare oltre anche alle difficoltà proposte dall'avversario di turno, in questo caso la strategia 'uomo a uomo' adottata dall'ex Gian Piero Gasperini che per i primi dieci minuti ha mandato un po' fuori giri il potente motore dei padroni di casa. Il gol di Charles De Ketelaere, dopo un'azione rocambolesca, ha sancito un prima e un dopo della sfida: dal sentirsi in vantaggio, la Dea si è trovata con un pugno di mosche per via della chiamata del varista Aleandro Di Paolo che ha fatto notare all'arbitro Andrea Colombo un tocco di braccio di Aleksej Miranchuk prima della stoccata del belga. Più o meno la stessa parte del corpo di Emil Holm colpita da Olivier Giroud che aveva portato al rigorino del pari col Milan di domenica scorsa. Un episodio arbitrale questa volta sfavorevole ai bergamaschi, che hanno un ultimo sussulto prima di arrendersi alla manifesta superiorità degli avversari: cross di Davide Zappacosta sul secondo palo, Federico Dimarco respinge malamente sui piedi di Miranchuk che manda alto il tiro e le speranze dei suoi di portar via punti da San Siro. Da quel momento in avanti comincia lo show dell'Inter, che comincia a trovare le giuste spaziature e gli smarcamenti delle punte a venire incontro che aprono scenari fin lì inesplorati. Poi c'è anche la tecnica dei singoli: Alessandro Bastoni illumina per Nicolò Barella, che salta Carnesecchi per l'1-0. Bandierina alta, offside del sardo e vantaggio solo rimandato. Lautaro fa in tempo a spararla al secondo anello prima che il goleador insospettabile Matteo Darmian sblocchi il risultato approfittando un'uscita incerta del portiere ospite. L'ex Milan e United ha persino il pallone ghiotto per raddoppiare ma calcia col piattone anziché usare il collo piede e centra il portiere. Poco male per l’Inter che è una macchina che sforna occasioni ogni 2-3 minuti, come quella alla fine della quale Lautaro conclude scagliando il pallone contro la traversa. E’ il prodromo al marchio del Toro sulla partita: su un altro errore in uscita di Carnesecchi, che lascia lì il pallone nella disponibilità di Dimarco, in maniera inconsueta a destra, l’azione si sviluppa verso Pavard che la mette al centro per l’argentino, fantastico nel trovare la coordinazione per calciare col mancino un pallone che gira all’ultimo in porta come se fosse telecomandato. Due a zero, squadre a riposo. 

La ripresa comincia col cambio telefonato: c’è Denzel Dumfries per l’ammonito Darmian che il suo l’ha fatto eccome. Yann Sommer, forse per noia, si complica la vita sbagliando la costruzione dal basso ma la porta alle sua spalle non vede nessun pallone transitare. E', anzi, l’Inter che ha subito l’occasione di arrotondare: dopo una lunghissima revisione a Lissone, per capire se il pallone crossato da Dumfries fosse o meno uscito dal campo, Lautaro può raddoppiare dal dischetto ma si fa ipnotizzare da Carnesecchi. Ci pensa allora Federico Dimarco a bucarlo per il 3-0. Titoli di coda, Gasp chiama 4 sostituzioni mentre San Siro alza i decibel intonando il coro 'la capolista se ne va'. Non c'è scaramanzia o discorso prudente che tenga, la fuga verso la seconda stella è praticamente definitiva. La festa si completa col 4-0 di Davide Frattesi, poi costretto a prendere subito la via per via di un infortunio. L'unica nota negativa di una notte magica che si conclude addirittura con gli olè dei presenti a ogni tocco di palla dei loro beniamini. 

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Sezione: Copertina / Data: Mer 28 febbraio 2024 alle 22:37
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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