Uno che conosce benissimo Cesc Fabregas è sicuramente Vicente Del Bosque, ex c.t. super vincente della Spagna. Ne parla alla Gazzetta dello Sport.

Se torna indietro con la memoria vedeva Fabregas allenatore? 
"Sì, e per vari motivi. Il primo si rifà a quanto detto prima: un bel pezzo di quella squadra ha preso il cammino dell’insegnamento e la cosa da spettatore non può che farmi piacere. Il secondo, pensando a Cesc, e che io guardandolo dalla panchina vedevo che lui in campo giocava pensando già come un allenatore, cosa per me molto importante in chiave futura". 

In che senso? 
"Pensava sempre alla squadra come insieme, giocava in una posizione nella quale aveva grande libertà e mi sembrava che la interpretasse come una responsabilità, pensava che dovesse essere messa a disposizione dei compagni, per migliorarli e facilitar loro il compito o la giocata. Era molto disciplinato e gli piaceva far girare gli altri attorno a sé". 

Lo vede preparato per il salto dal Como all’Inter? 
"Chiaro, senza dubbio. Cesc non si è mai spaventato nella vita, ed è stato chiamato molto presto a grandi sfide. Nell’Arsenal aveva davanti Patrick Vieira, campione del mondo. E in nazionale una generazione di fenomeni. Non ha mai tremato. È partito per Londra giovanissimo, accumulando grande esperienza. E anche se può sembrare qualcosa di relativo il fatto di saper parlare e comunicare in tante lingue aiuta molto. Cesc sa muoversi bene in culture assai diverse tra loro".

Si dice che la Serie A sia un campionato molto tattico. 
"Può essere ma conta poco, perché la sostanza è uguale per tutti: vogliamo che le nostre squadre siano organizzate, solide, competitive. Che poi abbiano uno stile più o meno offensivo è una variante che dipende anche dai giocatori che hai a disposizione. Ma lavorare in un Paese o in un altro non cambia la sostanza. Quest’anno ha allenato il Como con l’obiettivo della salvezza e una rosa preparata per questo, se andrà all’Inter lotterà per lo scudetto e la Champions usando sempre le sue armi, che mi sembrano di grande livello. Possono cambiare gli obiettivi, non la sua maniera di essere, la sua personalità e la sua conoscenza. Per questo dico che è pronto per qualsiasi sfida".

Sezione: Copertina / Data: Mer 04 giugno 2025 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print