Nella lunga intervista concessa a Radio TV Serie A, Raoul Bellanova ha raccontato come è nata la trattativa che lo ha portato a vestire la maglia dell'Inter due estati fa: "Succede il panico, all’Inter non si può dire di no - le parole del laterale del Torino -. Ero in vacanza con i miei, arriva il mio procuratore e mi fa: 'Domani viene l’Inter con Ausilio, vuole che vai a Milano'. Gli rispondo: 'Non dirmi neanche le cifre, firmo adesso il contratto'. E’ stato veramente emozionante. Un bimbo che sogna di giocare nello stadio della sua squadra del cuore ed è lì per realizzare il suo sogno".

Da riserva di Denzel Dumfries, Bellanova si è saputo ritagliare minuti importanti in nerazzurro, soprattutto nella seconda parte di stagione: "E’ stato un anno dove sono partito basso e ho finito in alto. Gli ultimi due mesi ho giocato, la finale di Champions non ti capita tutti i giorni e di questo devo ringraziare Ausilio, Marotta e soprattutto mister Inzaghi perché, nonostante tutto, mi ha sempre aiutato e si è sempre comportato bene con me. Giocando quelle tre partite di Champions League, capisci veramente il calcio delle stelle. Con quei calciatori ci giocavi prima solo alla Playstation. Il Bayern, il Barca, il City. Purtroppo quella finale non è andata come volevamo, una finale che secondo me brucerà ancora per tanto. Ma penso che abbiamo dimostrato di averla giocata in maniera incredibile. Sono veramente contento per la vittoria del loro ventesimo scudetto. Quest’anno hanno mostrato una qualità, anche nelle riserve, impressionante. Anche con le riserve penso che avrebbero comunque potuto lottare per vincere. Questo è il loro segreto, così come lo è il gruppo che ho avuto la fortuna di trovare anche a Torino. A Milano ho passato un anno bellissimo con tutti i miei compagni, ci siamo sempre sentiti anche in questa stagione e adesso li rincontrerò in Nazionale".

A Milano, Bellanova ha avuto l'opportunità di studiare come 'quinto' nel sistema disegnato da Inzaghi: "Darmian, Dimarco e Dumfries non avevo neanche bisogno di guardarli troppo perché erano loro stessi che venivano a darmi consigli. Dima c’era sempre, ma anche Denzel, lo stesso D’Ambrosio che ha fatto quel ruolo. Venivano sempre per darmi una mano, mi facevano notare cosa avevo sbagliato. Le cose più belle in assoluto per un giovane, sono quelle che ti fanno stare molto più tranquillo in campo".
 

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Sezione: Copertina / Data: Mer 29 maggio 2024 alle 19:14
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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