Beh, se a (tentare di) riscrivere la storia nostrana parrebbe "sufficiente" il cimento di svariati membri del nuovo esecutivo, per certa geografia pallonara è scesa in campo, invece, la stampa sportiva, "strigendosi a coorte" o, meglio (con linguaggio moderno), ponendosi in servizio permanente attivo... Ai media - versione cartacea od online non fa differenza - sono bastati infatti un paio di giri di giostra in più per cambiare radicalmente la "toponomastica" dei commenti associati ai nerazzurri. Nel senso che adesso Simone Inzaghi non è più solo un tecnico "piacentino" a rischio di mancata conferma - financo bollato come "unfit" (inadeguato) per condurre l'Inter, alla stregua di un Silvio B. qualsiasi (The Economist dixit, salvo successivo "pentimento"...) - ma è diventato all'improvviso un allenatore "che piace". Magia risultatista che, vittoria dopo vittoria (6 nelle ultime 8 gare stagionali con ben 20 gol realizzati), starebbe abiurando le teorie dei cosiddetti giochisti ortodossi "à la Arrigò". Se poi i nerazzurri stanno soddisfacendo anche i palati più esigenti con un raffinato menù come riuscito connubio tra le 2 suddette "cucine" - sulla falsariga di quanto sfornato soprattutto nel periodo autunno-inverno 2021-22 - tanto meglio. Solo che, tornando all'oggi, non ci saranno cavità orali o tastiere sufficienti per "lubrificare" adeguatamente la ripristinata corrispondenza di amorosi sensi tra il bel gioco e la vittoria nerazzurri. Ricorrendo anche a qualche estemporanea vittoria cosiddetta sporca.

Funziona così il calcio in questa controversa penisola: fino a ieri con l'Inter - tecnico in primis - scaraventata nella sabbia del deserto (nonostante la Supercoppa vinta a Riyadh...), oggi con la stessa compagine dotata della concreta prospettiva di venire invece celebrata facendola luccicare come fosse polvere di stelle. Tempo una ventina di giorni e si conosceranno (quasi) tutti gli esiti delle competizioni che ha ancora in ballo. Nel frattempo, Simone Decimo Placentidio (in quanto nativo di "Placentia", parimenti all'omologo Massimo Meridio de "Il Gladiatore" coi natali a Merida...) ha pensato bene di scatenare solo mezzo inferno nell'arena capitolina ("appena" uno 0-2...), dopo aver invece messo a ferro e fuoco quella veronese. Senza giustamente usare nessuna pietà (sportiva) verso i gladiatori romani superstiti (sempre in undici hanno combattuto...) ed uscendo pure illeso dall'epico duello. Ché stavolta all'avversario di turno - tal Commodo José Mário dos Santos Mourinho Félix - non erano rimaste che le ormai consunte armi dialettiche: "buone" soltanto per distrarre le devote masse giallorosse...

P.S.: dal calendario dei nuovi anticipi e posticipi della Serie A emerge una - vogliamo chiamarla - incongruenza che giocherebbe ad oggettivo nocumento dei nerazzurri. Se il ritorno della semifinale di Champions League è previsto per martedì 16 maggio e la finale di Coppa Italia risulta invece calendarizzata per mercoledì 24, pertanto con uno scarto temporale di 8 giorni, per quale motivo il big match della 36ª giornata Napoli-Inter - che sta in mezzo alle predette date - è stato programmato per domenica 21 maggio alle ore 18:00 anziché in congruo anticipo al sabato, in modo tale da avere così 2 equi intermezzi - ante e post - di 4 giorni ciascuno anziché, rispettivamente, di 5 (dal 16 al 21 maggio) e 3 giorni (dal 21 al 24)? L'unica spiegazione plausibile per aver "accettato" questa disomogenea distribuzione degli impegni di calendario è che forse i nerazzurri abbiano convenuto che fosse preferibile - dopo la trasferta al Maradona del 21 maggio e dovendo per forza risalire la penisola - fermarsi subito a Roma per la finale di Coppa Italia di mercoledì 24. Senza dover quindi fare 2 volte "avanti e indrè" da Appiano Gentile.

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Lun 08 maggio 2023 alle 15:45
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print