"Sua Magnanimità" Messer Gravina (per gli amici solo Gabriele) non assomiglia per niente a Spike Lee, noto regista del cinema afroamericano. Non foss'altro che per una diversa pigmentazione dell'epidermide: l'uno bianco, l'altro nero. Il destino, però, ha voluto accomunarli ponendoli di fronte - pur in tempi, modi e con ruoli professionali ben differenti - ad un tema spinoso come quello del razzismo. Il beau geste a cui Gravina si è abbandonato giusto sabato non basta però per riconoscergli una qualche affinità elettiva con l'omonimo Arcangelo: casomai solo quella anagrafica... Gabriele è infatti "solo" il Capo della FIGC, nonché il neo nominato vicepresidente dell'UEFA.

Dunque ciò che lui ha elargito a Romelu Lukaku, giuridicamente si chiamerà pure "grazia", ma al sottoscritto - tanto cinefilo quanto "total nerazzurro" - ha fatto invece venire in mente il titolo di una famosa pellicola, forse la migliore ("Fa' la cosa giusta") del suddetto cineasta statunitense che in quel film - nella doppia veste di attore e regista - affrontava proprio il tema razziale, anche se da un'angolazione tutt'altro che sportiva. In questa sede non voglio però "annoiare" col racconto in sintesi della trama di quel film: piuttosto mi premeva ricordare come Spike Lee - con quel film - avesse molti titoli per essere ora accostato a Gravina ed indirettamente a Lukaku. Anche alla luce del fatto che il suddetto regista fosse risultato il "fortunato" possessore della tessera di abbonamento nerazzurro nr. 40.000 nella lontana stagione 2005-2006, proprio quella poi beatificata da uno scudetto dell'Inter vinto pur arrivando terza... Tanti appassionati e tifosi nerazzurri magari ne staranno ancora godendo: di sicuro, in primis, Massimo Moratti. Ed il campionato attuale, alla fine, potrebbe anche riservare degli esiti molto simili alle sentenze di Calciopoli.

Salvo "imprevedibili" colpi di spugna che lo stesso Ministro dello Sport Abodi sembra quasi si diverta a paventare un giorno sì e l'altro pure. "Il caso plusvalenze non riguarda una sola squadra, è piuttosto un problema di sistema" è stata la sua domenicale e terrificante esternazione. Ha dimenticato "solo" di identificare coloro che - in base alle corpose prove raccolte dalla procura - quel sistema l'avrebbero architettato ad hoc ed applicato (con la connivenza di società amiche) in maniera sistematica per falsare i bilanci e "drogare" il mercato. Cosucce! Quella di Abodi pare quasi la versione politichese del tristemente famoso alibi "Così fan tutte" di un Moggi che fu. Anche se potrebbe pure trattarsi di un identico film di Tinto Brass... Quel refrain, evidentemente, si porta con tutto: modus operandi o titolo di pellicola cinematografica non fa differenza. Fatto sta che con l'assegnazione di EURO 2032 ancora in ballo, appare difficile fugare il sospetto che la decisione "straordinaria" di Gravina non sia stata altro che il frutto di un mero calcolo politico, giusto per non compromettere del tutto la candidatura italiana ai campionati europei. Una toppa che, come si suol dire, è risultata però peggiore del buco, vista anche la figuraccia planetaria già rimediata con l'assoluzione quasi istantanea dei colpevoli ed il patibolo disciplinare riservato invece all'unica vittima sanzionata in punta di regolamento.

Il tutto frutto di un trattamento agli antipodi dei 2 diversi ricorsi: l'uno, quello bianconero, prontamente accolto; l'altro, quello nerazzurro, inoltrato "con ritardo" e con perdite (altrui), ma respinto. La sintesi più efficace sull'intera vicenda del giocatore belga è quella che FcInterNews ha mutuato dal Corsport: "Lukaku, bastava poco per distinguere colpevoli e innocenti. Nessuna giustizia, ma è stata almeno sanata un'ingiustizia": grazie alla cosiddetta "grazia" di Messer Gravina. Passatemi il bisticcio di parole. Esaurito il doveroso antefatto di Empoli-Inter, si viene finalmente all'esito della partita. Ci son voluti "solo" poco più di 45 giorni - con un supplemento di qualche altro minuto oltre i 45 del primo tempo - per tornare alla vittoria che in campionato mancava dallo scorso 5 marzo sancendo, al contempo, la restaurazione dei fasti di una LuLa che pareva caduta nell'oblio. A corredo della predetta ed infausta cifra (45) mancava solo chi giurasse di aver scorto sugli spalti del Castellani il fantasma dell'ex interista Balotelli (che quel numero ha portato per anni sulla maglia nerazzurra, salvo poi sfilarsela nelle occasioni meno opportune...): oddio, leggenda metropolitana o meno, la "visione" del presunto jettatore avrebbe anche potuto reggere visto che da qualche giorno il giocatore risulta infortunato al Sion. Sarà mica andato via alla fine del 1° tempo, in pure stile Boniperti?

In ogni caso, stavolta il corposo turnover adottato da Inzaghi ha portato ottimi frutti ed anche il tabellino finale ne ha tratto giovamento con le ritrovate marcature dei principali attaccanti di ruolo. Ecco perchè si confida che quel "rondone" di score annunci l'arrivo, pur ritardato, della primavera nerazzurra nel cui dettaglio mancherebbe ormai solo il timbro di Dzeko. Quale allora occasione più propizia della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro i bianconeri, reduci tra l'altro da 3 sconfitte consecutive in campionato. Tempo dunque appena 72 ore e si saprà se il cigno di Sarajevo sarà tornato anch'esso a volare.

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Lun 24 aprile 2023 alle 13:01
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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