La ventitreesima giornata di serie A vede l'Inter di scena a Bergamo contro l'Atalanta. Campo tradizionalmente difficile quello dell''Atleti Azzurri d'Italia', che l'Inter non espugna da ben sette anni, quando finì per 0-2 con le reti di Vieira e Balotelli. Anche allora, come oggi, sulla panchina dell’Inter sedeva Roberto Mancini, chiamato a ripetersi laddove nemmeno Mourinho, Ranieri, Stramaccioni e Mazzarri sono riusciti. Obiettivo centrato in pieno dal tecnico jesino che, con un netto 4-1, conquista la seconda vittoria consecutiva in campionato e rilancia i sogni europei dell'Inter, trascinata da un fenomenale Fredy Guarin.
Fuori Icardi per virus intestinale, Roberto Mancini si affida al duo Palacio-Podolski per scardinare la difesa bergamasca. Confermato il 4-3-1-2, davanti ad Handanovic, linea a quattro formata da Campagnaro a destra, Ranocchia, Juan Jesus e Santon a sinistra. Medel frangiflutti davanti alla difesa, con Guarin e Brozovic ai suoi fianchi. Shaqiri ad ispirare l’ex Arsenal ed il Trenza.
Confermate le indiscrezioni della vigilia per l’Atalanta di Stefano Colantuono: 4-4-1-1 con Sportiello tra i pali; Masiello, Stendardo, Benalouane, Bellini in difesa; a centrocampo confermato l’ottimo Zappacosta largo a destra, Cigarini e Carmona a presidiare la zona centrale del campo ed il Papu Gomez a sinistra. In attacco, dietro a Pinilla agisce Maxi Moralez. Solo panchina per Denis.
Pronti-via ed è già 1-0 Inter. Xherdan Shaqiri realizza il suo primo gol in serie A su un calcio di rigore ottenuto dopo appena 2 minuti. Fredy Guarin, raccolto un assist dello svizzero, prova a girarsi all’altezza del dischetto del rigore ma viene steso da un maldestro Bellini che aggancia il piede d’appoggio del colombiano.
L’Atalanta non ci sta e spinta dal suo pubblico gioca forse i venti minuti più belli della sua stagione. Il pressing degli orobici è arrembante: i due centrali di centrocampo vanno ad attaccare fin dentro la propria area Guarin e Brozovic, che non riescono a giocare il pallone come vorrebbero; Santon è schiacciato a ridosso dell’area di rigore per limitare le avanzate di Zappacosta. Ma è il duo Moralez-Gomez ad evidenziare le difficoltà più grandi della difesa dell’Inter. I due si spostano molto spesso sull’out di sinistra con Campagnaro e Ranocchia in affanno. È soprattutto il capitano a mostrare le lacune più grandi. Insicuro e poco cattivo, per i due atalantini è una passeggiata aggirarlo in velocità e fortuna dell’inter che c’è Medel a rimediare in più di una situazione.
L’Inter prova a prendere possesso del campo e ad alzare il baricentro. Mancini si sgola: chiede di rallentare il gioco con una manovra ragionata, ma al 18’ l’Atalanta crea la prima vera occasione da gol. Cigarini morde le caviglie di Brozovic e recupera il pallone. Serve subito in profondità Zappacosta che imbecca liberissimo Pinilla a due passi dalla porta. Per fortuna dell’Inter, però, il cileno manda incredibilmente alto.
È il preludio al gol che arriva dieci minuti più tardi. Ancora grave errore di Ranocchia che, in anticipo su Pinilla, perde il tempo dello stacco aereo. Il cileno serve Maxi Moralez, lasciato troppo libero da Juan Jesus, e realizza il gol del pareggio. Il gol, paradossalmente, favorisce la squadra di Mancini. L’Atalanta arretra per rifiatare e recuperare le energie per il grande sforzo profuso. L’Inter ne approfitta. Salgono in cattedra i palleggiatori, in particolare Brozovic, Shaqiri e Guarin che provano a manovrare il pallone nella trequarti avversari. Proprio il colombiano, al 37’, realizza il nuovo vantaggio dell’Inter. Il Guaro, dopo un’azione insistita, punta il diretto avversario, si sposta il pallone sul sinistro e dal limite dell’area batte Sportiello.
La reazione dell’Atalanta, questa volta, è sterile e si produce in un tiro di Cigarini respinto da Medel. Il primo tempo si conclude con l’Inter in avanti ed in pieno controllo del match.
Inizia il secondo tempo e Colantuono inserisce Denis per Maxi Moralez, infortunato. È l’Inter, però, a fare la partita. Mancini avrà sicuramente richiamato i suoi durante l’intervallo, perché nel secondo tempo è un’altra squadra: ottimo fraseggio di prima, al massimo due tocchi, giro-palla veloce e grande movimento dei centrocampisti che provano spesso ad inserirsi nella metà campo avversaria. Al 52’ la svolta: ci pensa Benalouane a facilitare il compito dei nerazzurri. L'entrata in ritardo su Palacio gli costa il giallo, ma le continue proteste con il direttore di gara gli valgono il rosso. Bergamaschi che si dispongono con un 4-3-2: Zappacosta scala nella posizione di terzino, Masiello sostituisce Benalouane al centro della difesa e Baselli prende il posto di un Gomez anonimo nel secondo tempo.
Brozovic, liberato da compiti in copertura, inizia a divertirsi e a proporsi in avanti con regolarità, Shaqiri è costantemente una spina nel fianco per la retroguardia orobica, Medel mette ordine e contiene le iniziative, peraltro sterili degli avversari, ma è il Guaro, poco dopo il 60’, a prendersi la scena. Galvanizzato dal gol ed in pieno possesso del centrocampo si inventa un gol strepitoso dai 25 metri. Tiro a giro sotto la traversa che Sportiello può solamente accompagnare con lo sguardo. Tre a uno e gara chiusa.
Il pensiero del Mancio va, allora, al match di Europa League e fa rifiatare un ottimo Shaqiri per Kovacic. Guarin, davvero un altro calciatore rispetto a quello di qualche mese fa, domina ed innesca anche il 4-1 finale nerazzurro con un ottimo assist per Palacio, favorito nell’occasione da un rimpallo con Stendardo. A questo punto la gara ha ben poco da raccontare e dopo 2’ di recupero Banti archivia il match.
Grande gara quella dei nerazzurri che non lascia spazio a recriminazioni. “Un passaggio a vuoto di dieci minuti che non dovevamo concedere” dirà Mancini al termine del match. Vero, ma in campo scende anche l’avversario e segnare su rigore, dopo appena 2’, ha sicuramente scosso l’orgoglio dei bergamaschi. Non soccombere alla loro sfuriata è una grande prova di maturità. Qualche mese fa, anzi, qualche gara fa, al primo errore ed al primo gol subito ogni certezza veniva meno. Encomiabile il lavoro del tecnico nerazzurro a livello psicologico. Encomiabile il modo in cui si è ripreso a giocare dopo il pareggio. Anziché accusare il colpo si è finalmente vista la personalità dei calciatori. Da Medel a Brozovic, da Santon a Shaqiri. Per non parlare del Guaro che ha deciso finalmente di prendere in mano la squadra e trascinarla con tutta la sua forza. Che è davvero tanta: di prepotenza la rete dell’1-2, di classe quella della sicurezza.
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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