Non sono tantissimi gli allenatori capaci di fare filotto appena insediatisi sulla panchina dell'Inter. La Gazzetta dello Sport li elenca: "C’è Leonardo, subentrato e subito vincente. C‘è Gigi Simoni, come pure Helenio Herrera e l’altro Herrera, Heriberto, quello che Gianni Brera chiamava Accacchino in contrapposizione ad Accaccone, l’originale. C’è Aldo Campatelli - anni Cinquanta – e Albino Carraro, addirittura venti anni prima. Ma non tutti sanno che in questo club ristretto c’è spazio anche per un...giornalista. Sì, proprio così. Nino Nutrizio è stato direttore di un quotidiano storico a Milano, La Notte. Arrivò a dirigere il giornale, però, solo dopo esser stato un cronista sportivo. E dopo aver avuto l’occasione di diventare protagonista in prima persona di un club. Un incarico a metà tra il lavoro di direttore sportivo e quello di allenatore: la dicitura ufficiale era direttore tecnico. Era la stagione 1946-47, il presidente dell’Inter Masseroni - per nulla soddisfatto della squadra guidata da Carlo Carcano - scelse di affidare l’Inter a un totem, Giuseppe Meazza, facendolo tornare in nerazzurro e costruendogli attorno la figura speciale di giocatore-allenatore". Più recente la storia di Luciano Spalletti, giunto a 4 successi di fila. Oggi Antonio Conte potrebbe intanto entrare nel club ristretto di chi ne ha inanellati tre.

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Sezione: Rassegna / Data: Sab 14 settembre 2019 alle 09:13 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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