Borja Valero? Sarebbe il quinto spagnolo a vestire nella storia la casacca dell'Inter. Come ricorda la Gazzetta dello Sport, l'ex Villarreal avrebbe il 50% di possibilità di conquistare il mondo, come accadde a Suarez e Peirò, oppure il 50% di possibilità di passare inosservato come fu per Farinos e Montoya. "Toccherà a Borja, se accadesse, rinfrescare e rialzare il binomio Inter-Spagna. O tutto o niente...", si legge sulla rosea.

 

Stendere un ideale atlante sul tavolo e appoggiare sulla Spagna una bandiera nerazzurra può portare a un duplice e opposto risultato. Puoi conquistare il mondo o passarci attraverso inosservato. Se Borja Valero arriverà mai all’Inter, sarebbe il quinto spagnolo nella storia nerazzurra. I quattro predecessori hanno avuto carriere diametralmente opposte. Tutte terminate sui libri di storia del calcio, ma per motivazioni ben differenti.

top Partiamo dagli spagnoli grazie ai quali l’Inter ha conquistato il mondo. Luisito Suarez e Joaquín Peiró. La Grande Inter girava attorno a tantissimi campioni, uno dei quali era proprio Luisito, Pallone d’oro nel 1960 proprio prima di arrivare a Milano. Poi con i nerazzurri vinse tre scudetti tra il 1963 e il 1966 perdendo quello del 1964 allo spareggio, e salì due volte consecutivamente sul tetto d’Europa e del mondo nel 1964 e 1965. Insomma, un pezzo della leggenda nerazzurra batte bandiera spagnola. Così come Peiró. Lui, spagnolo originario di Madrid, è arrivato a Milano dopo Suarez. Peiró resta in nerazzurro solo due stagioni, ma fa in tempo a vincere una Coppa Campioni e due Intercontinentali. Allora, in campionato, si potevano schierare solo due stranieri. Joaquin, nella gerarchia, stava alle spalle di due titolarissimi come Suarez e Jair. Così lasciò Milano e rimase in Italia scendendo nella Roma giallorossa (di cui divenne anche capitano e dove ritrovò Helenio Herrera).

flop Gli spagnoli più recenti invece sono finiti nell’almanacco dell’indifferenza sportiva. Francisco Farinos in realtà un motivo di interesse lo aveva scatenato. Nel 2000 l’Inter lo aveva acquistato per 36 miliardi di lire dal Valencia. Una cifra esagerata all’epoca per un centrocampista. Spropositata se si pensa a quel che ha lasciato al Meazza e dintorni. Di Farinos si ricorda una grande partita, nel suo Mestalla, contro il Valencia in Coppa Uefa. Ritorno dei quarti di finale, Francesco Toldo espulso e cambi finiti. Francisco va in porta e l’Inter vince. Ecco, appunto, in porta. Giusto per riassumere i ricordi di Farinos in quei tre anni e mezzo di nerazzurro (sei mesi lì ha passati in prestito al Villarreal). L’ultimo in ordine cronologico è stato Martin Montoya. Arrivato dal Barcellona nell’estate del 2015, è ripartito per la Spagna il gennaio seguente. In mezzo tanti punti interrogativi e solo quattro presenze (3 in campionato e una in Coppa Italia) che non giustificano l’investimento. Il Betis Siviglia è una buona opzione per tutti, l’Inter per prima che si rende conto di aver fallito.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 20 giugno 2017 alle 10:41 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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