Inter-Juve proprio dopo la sosta per le Nazionali. Cosa cambia? Gianluca Zambrotta, ex bianconero, spiega la sua idea alla Gazzetta dello Sport: "Sicuramente partite così importanti si preparano meglio con più tempo, ma il problema è più per l’allenatore che per i giocatori. Quando sei in Nazionale non pensi al club, cominci a preoccuparti del campionato nel momento in cui tor­ni alla base. L’allenatore invece fa più fatica, perché ha tanto tempo ma pochi giocatori su cui poter lavorare".

Quando c’è un big match alle porte se ne parla in Nazionale con gli avversari? 
"No, è più facile che si parli delle partite passate. Quando ero alla Juve o al Milan e mi ritrovavo in azzurro con gli interisti gli sfottò erano frequenti, ma tutto era fatto con molta leggerezza".

Ci sono partite più sentite di altre anche per i giocatori?
"Sicuramente. Inter-­Juve è sempre stato un classico, il Derby d’Italia. Ha sempre avuto e avrà un sapore particolare. Dalle pro­teste di Simoni per il rigore non dato a Ronaldo ai tanti duelli per lo scudetto. In partite così non c’è bisogno di caricare la squadra: tutto viene naturale per un giocatore. L’allenatore invece deve studiare bene l’avversario e preparare la gara in maniera maniacale".

Sosta a parte, chi arriva meglio a questa sfida?
"I dati statistici sono dalla parte dell’Inter, ma è sempre difficile fare pronostici. Io però se fossi in Mancini starei attento alla Ju­ve, che arriva a questa gara agguerrita e con la voglia di riprendere l’ottimo cammino dell’anno scorso. Non credo che i bianconeri abbiano già rinunciato a lottare per lo scudetto. Dall’altra parte c’è l’Inter che dopo anni bui è partita forte e vuole riprovare a vincere. I nerazzurri hanno più da perdere, perché se a li­ vello mentale non sei abituato a stare davanti il rischio di sentir­si tranquilli e rilassarsi c’è. La Juve la fame ce l’ha nel dna".

Sezione: News / Data: Gio 15 ottobre 2015 alle 14:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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