Marco Materazzi e il Mondiale. Marco Materazzi e l'Inter. Marco Materazzi e Calciopoli. Il difensore nerazzurro si confessa attraverso le colonne di Repubblica e tratta numerosi argomenti, come sempre senza peli sulla lingua. Si parte con l'ormai storico scontro con Zidane nella finale 2006 di Berlino, riguardo a cui il francese ha recentemente dichiarato di essere contento per l'espulsione ricevuta: "Secondo me le parole di Zizou sono finte, e sottolineo che continua a mancarne sempre una: 'scusa'. Adesso non è più necessario fare pace, lo avrei fatto in un bar senza scatenare tanto clamore". Matrix, sempre in tema Francia, non accetta come siano andate le cose dopo la qualificazione dei transalpini ai danni dell'Irlanda, soprattuto per il modo in cui la Fifa ha gestito la faccenda: "Quel mani contro l'Irlanda è stato istintivo, Henry voleva andare al Mondiale. Però a me dopo la testata di Zidane diedero due giornate di squalifica invocando il fair play, la sua storia la stanno invece seppellendo".

Sempre in tema di Mondiali, Materazzi sa già che non parteciperà alla spedizione sudafricana: "So dove sarò l'11 giugno, primo giorno dei Mondiali: nel mio motorhome, in giro per l'America. Dal 25 maggio vado con alcuni amici, poi alla fine della scuola la famiglia mi raggiungerà a Los Angeles. Dato che non potrò essere il Materazzi di Johannesburg, starò in vacanza. Non li vedrò neanche in tv, gli orari non combaciano, non ho visto neppure la Confederation Cup perché ero ancora in Usa. Anzi solo una partita, in un ristorante messicano: Italia-Egitto 0-1. Meglio lasciar perdere".

Capitolo Calciopoli, uno scandalo che fa ancora male: "Se non fossero venute a galla certe cose avremmo quattro scudetti in meno, conto anche quello del 5 maggio quando accaddero cose incredibili. Una volta De Santis aveva un fischietto bianco e nero...". Si parla poi di Inter, e nello specifico di Mourinho e Balotelli: "Il nostro allenatore sembra spigoloso, ma lo fa semplicemente per caricarsi. Vedrete: se vince ringrazierà anche i giornalisti. Mario è un bambinone, se non riesce ad andare in nazionale è anche per colpa sua". Infine, uno sguardo al futuro: "Due anni e mezzo e smetterò. Poi mi vedo padre dei miei tre figli. E a occuparmi di bambini, per regalare un sorriso. L'ho detto a Moratti, mi piacerebbe lavorare per Inter Campus in giro per il mondo. Non vorrei uscire dall'Inter: troppe cose mi legano al club, altrove non sarebbe lo stesso. Siamo cresciuti insieme, dal 2001 a oggi. Prima c'erano 50 giocatori a libro paga, ora la metà. Ora c'è una squadra vera, prima no. Ora c'è un club che ha puntato su Marco Branca, che aveva poca esperienza, e ha fatto bene".

 

Sezione: News / Data: Lun 04 gennaio 2010 alle 11:48 / Fonte: Repubblica
Autore: Fabio Costantino
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