Sembra calda la linea che intercorre tra Palazzo Saras e la sede del PAris Saint-Germain. Calda per Sneijder e Pastore. Un incrocio, quello tra i due club, che in questi mesi è tornato spesso a galla. Da Thiago Motta a Lucas, passando per Verratti e, appunto, Pastore nel 2011. Senza dimenticare Ezequiel Lavezzi. E proprio all'ex Napoli, la Gazzetta dello Sport ha chiesto lumi sull'esperienza pariginia, senza dimenticare qualche accenno - dietto e non - all'Inter.

Quali sono le differenze tra Ligue 1 e Serie A?
«La Ligue è molto fisica, meno tattica della A dove non trovi squadre impreparate. Mi sto adattando, spero di dare il mio contributo, migliorando sotto porta. Voglio segnare di più».

L’altro argentino del Psg, Javier Pastore, invece è in crisi profonda. Perché?
«Vive un periodo delicato. Deve ritrovare fiducia in sé stesso, ma nessuno può dubitare delle sue qualità».

Lei a Napoli era una star, aParigi conduce una vita quasi anonima. Perché?
«È diverso. A Napoli non potevo neanche uscire di casa. Anche se mi ero abituato a quel tipo di popolarità, ogni tanto hai bisogno di vivere tranquillo, e qui posso farlo, senza essere assalito. Ma l’affetto dei tifosi napoletani è stato importante. Qui magari mi riconoscono, ma mi lasciano tranquillo. Qualche autografo lo firmo ancora. Comunque, contrariamente a quello che scrivono i giornali, non esco tanto: qualche ristorante italiano, un po’ di shopping. La pizza buona la trovo al Posillipo, in centro, a Saint Germain des Prés».

Più difficile lasciare l’Argentina o l’Italia?
«Cambiare non è mai facile. Quando arrivai a Napoli, mi mancava l’Argentina che mi manca anche oggi. Dopo 5 anni a Napoli però sento la mancanza di amici e ambiente. Ma ho fatto la scelta giusta». 

La cercava anche l’Inter. 
«E pure il Manchester City. Ma il progetto del Psg è davvero interessante».

 

Sezione: News / Data: Mar 04 dicembre 2012 alle 10:36 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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